In un momento storico in cui Chiara Ferragni e Fedez comunicano al mondo di fare terapia di coppia, scrivo di quello che succede nella stanza di terapia.

La stanza di terapia è un luogo sacro.
Intimo, inviolabile, segreto che contiene segreti.
È quel luogo che accoglie e che ripara, che conduce in quei luoghi oscuri e dolorosi da cui dipendono tantissime cose del nostro presente: buone e meno buone.
Fughe dalla vita, amori sbagliati, uomini o donne giuste al momento sbagliato, e sbagliati al momento giusto, paure, ansie, inciampi, intoppi e rattoppi del cuore.
Grazie a quel luogo e a quello che succede lì dentro, si districano matasse, si pesca nella profondità della taverna, si visita il buio e l’altrove.
Il paziente o la coppia come paziente, grazie a una torcia da minatore e a una guida amorevole e competente che non gli fa mettere un piede in fallo o sopra un’instabile crepa, esplora il buio, pian piano, senza pura, e quando risale in superficie vede l’invisibile e trova pagliuzze d’oro che mai avrebbe pensato di avere.
La stanza di terapia è un abbraccio materno, un luogo da abitare senza paure e senza riserve. È il luogo dove avvengono metamorfosi inaspettate e dove le ferite diventano feritoie.
Dove il buio non fa più paura e la luce spodesta ogni penombra del cuore.
La stanza di terapia è quel luogo dove si sceglie. Dove si impara a dire no e anche si. Dove i silenzi non fanno più male e le parole accolgono e riparano. Dove i cuori si aggiustano e si restituisce loro il battito, il brivido, l’inedito.
Dove si fa pace con l’infanzia, con quel bambino che ancora ha fame e ha bisogno di essere riconosciuto, ascoltato, abbracciato, riparato.
Dove si impara a mangiare di meno e meglio, dove il cibo torna ad essere cibo e non nutrimento per l’anima. Dove un dolce non fa più paura e dove il dopo diventa meraviglia e non colpa.
La stanza di terapia e quel luogo dove il caos dell’esistenza diventa ordine, dove il silenzio dei sensi viene intercettato, diagnosticato e amorevolmente curato.
Dove quell’irresistibile fretta del piacere chiamata eiaculazione precoce lascia spazio e posto a un amore reciproco, lento e appagante.
Dove quell’insopportabile ritardo del piacere che tanto squaderna e squarcia le coppie che si amano diventa equilibrio, rispetto dei tempi del corpo, del cuore, e anche concepimento.
È quel luogo dove le parole che feriscono diventano chiarezza e da parole mute e taglienti si trasformano in parole che parlano e anche dicono.
Dove i sintomi come segnali di fumo del corpo diventano pian piano parole e scelte, addii e nuovi amori.
Dove il dolore si fa ascolto.
Dove le coppie che non sono né felici né tristi trovano chiarezza e luce.
Dove la coppia naufragata e maltrattata dalle intemperie della vita trova un approdo.
Dove i figli mai nati nascono. E dove quello che stentano a venire al mondo trovano strade impervie ma fertili.
In quel luogo che tanto amo e tanto abito, i pazienti mi lasciano lacrime e parole, silenzi e semi che germogliano dentro di me e dentro di loro. Semi in loro diventano guarigione e riparazione e in me diventano parole scritte, quelle che riparano e aggiustano.

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