Marina, nome di fantasia, aveva talmente tanta voglia di diventare madre che nel tempo ha dimenticato di essere una donna e una moglie. In seduta mi dice che avrebbe messo al mondo un figlio anche da sola.
Ha allattato per un totale di cinque anni. Il suo seno era diventato il tutto per il suo bambino: un ansiolitico, un oggetto transizionale per poter dormire, la medicina per il mal di pancia, la consolazione per una brutta giornata. All’interno di questa simbiosi, Francesco, nome di fantasia, il marito, non aveva più nessuno spazio. Pian piano, la coppia ha iniziato a deteriorarsi: niente affettuosità, niente baci, niente sessualità. Niente di niente, si erano trasferiti nella Siberia delle emozioni.
La loro vita sessuale è diventata mese dopo mese sempre più arida, sino a sparire del tutto.
Francesco inizia ad avere le prime scappatelle e la moglie in maniera tacita fa finta di non accorgersene. Passano i mesi, passano anche gli anni, e il loro matrimonio deteriorato e stanco continua senza grandi emozioni e scossoni.
Sono cambiati entrambi: sono sempre più distanti l’uno dall’altra. Francesco inizia a dormire in un altro letto perché russava, non dormiva bene lui e non dormiva bene nemmeno lei.
Marina, accortasi dei tradimenti, lo supplica di tornare in camera da letto, sotto le stesse lenzuola.
Le manca il contatto dei piedi, il dormire schiena a schiena, le manca il suo fiato, finanche il suo russare. Francesco sostiene invece che tante coppie sposate dormono in letti separati; in realtà erano ormai separati di cuore. I rapporti sessuali si erano ridotti a brevi e sporadici scambi di cinque minuti, del tutto insoddisfacenti soprattutto per Marina, che ancora mantenevano a sigillo di una presunta normalità coniugale. Entrambi, in realtà, avevano paura del divorzio.
Maria e Francesco avevano smarrito i sensi, la sacralità dell’intimità, le notti insieme e gli scambi verbali.
Avevano smarrito le gentilezze e lo sguardo sul futuro. Non si divertivano più, non condividevano più nulla, avevano anche iniziato a pranzare e a cenare in differita temporale, per presunti e imprevisti impegni lavorativi.
Francecso aveva l’attitudine al silenzio, lo indossava come un mantello. Marina, invece, parlava, parlava, parlava. In questo divario tra un eccesso di silenzio e un eccesso di parole la coppia aveva del tutto smesso di dialogare.
Hanno deciso di consultare me prima di un avvocato divorzista.
A volte non è mai troppo tardi anche quando si pensa che lo sia.

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