Ordinanza anti-stupro: vietate le minigonne e le scollature

L’Italia è il paese dei paradossi. Il paese delle leggi fatte e degli inganni trovati subito dopo per arginarle. È il paese delle contraddizioni.
Ed è il paese in cui una vittima diventa carnefice. Una vittima, in Italia, soprattutto se donna, invece di essere protetta viene inquisita.
La beffa delle beffe è avvenuta qualche giorno addietro: il sindaco di Terni, il leghista Leonardo Latini, dichiara che per prevenire gli stupri verrà vietato alle donne di indossare una minigonna o una scollatura.
E che “l’abbigliamento indecoroso o indecente” facilita lo sfruttamento delle donne e la prostituzione.
E come sempre accade, invece di arrestare gli stupratori e gli sfruttatori della prostituzione, e di punirli con leggi severissime, lo sguardo viene posto e spostato sulla vittima. Si cerca di trovare una motivazione o una presunta giustificata e giustificabile motivazione agli stupri.
Secondo l’opinione comune una donna particolarmente seduttiva o parzialmente svestita diventa oggetto del desiderio di impulsi inarrestabili di un orco a piede libero o di un branco di uomini mossi da impulsi predatori e da un furore testosteronico ingovernabile.
Una legge del genere è aberrante perché in maniera silente autorizza gli stupri. Una legge del genere fa passare il messaggio che una donna con un abito succinto è una poco di buono ed è normale che venga violentata, stuprata, profanata.
Una legge del genere è profondamente sessista e denigratoria. Una legge del genere non aiuta le donne a denunciare – perché ogni volta che il dolore si fa silenzio una donna muore -, ma le consegna alla vergogna e alla gogna mediatica.
Mi auguro che questa anticipazione di medioevo acclarato non passi sotto silenzio e che giornalisti, media e televisione se ne occupino.
Novembre è un mese funesto che contiene la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il venticinque del mese; un’ordinanza del genere ci riporta a un’epoca di oscurantismo e apre la strada al perpetuarsi della violenza di genere.

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