Ninfomania, una sessualità senza limiti e confini

Ninfomania

Il termine ninfomania è un termine desueto, che pur non appartenendo più alla letteratura scientifica, viene ancora adoperato con le sue note amare e offensive nei confronti della donna.
In passato questa presunta diagnosi infausta veniva associata a problematiche relative alla fluttuazioni del desiderio sessuale femminile, come nei casi di iper-sessualità.
La ninfomania viene coniugata esclusivamente al genere femminile, termine ancora più offensivo perché associato a una connotazione morale, o meglio amorale, del comportamento femminile.

La ninfomania oggi e le donne

I percorsi del desiderio sessuale sono talmente tanti che annoverarli in poche e ristrette categorie cliniche risulta un compito arduo, un cammino sinuoso irto di ostacoli. Analizzare il desiderio sessuale è veramente complesso, inoltre, non è riducibile a una modalità on-off.
Il continuum del desiderio sessuale è difficilmente catalogabile e varia durante le fasi della vita del singolo e della coppia.
Il desiderio sessuale femminile segue percorsi altri da quelli genitalici o testosteronici maschili, si colloca su un continuum che va dalla sua presenza alla sua estinzione, in funzione di elementi intrapsichici e relazionali, emotivi e biologici, senza mai dimenticare le condizioni di salute della donna e l’eventuale presenza di malattie o problemi psichici.

Classificazioni del desiderio sessuale

Quando manca il desiderio sessuale. Il desiderio sessuale ipoattivo
Il calo del desiderio sessuale o desiderio sessuale ipoattivo  obbliga i partner a richiedere una diagnosi clinica scrupolosa, competente e multifattoriale che possa analizzare corpo, psiche e coppia.
Il desiderio sessuale ipoattivo, in assenza di patologie organiche, può manifestarsi con alcuni partner ed essere totalmente assente con altri: fluttuazioni anomale e poco prevedibili.
Negli ultimi anni si è delineato sempre di più il concetto di multifattorialità delle disfunzioni sessuali, secondo il quale per fare una diagnosi veritiera si devono analizzare più livelli della stessa problematica sessuale.
Non è possibile trovare un unico agente patogeno, identificarlo ed estirparlo come se fosse un’erbaccia con acrobazie miracolistiche, bisogna invece lavorare con un livello di onestà mentale e professionale elevato e fruire sempre degli apporti delle varie specialità.
Un’acquisizione interessante è il concetto di livelli causali multipli, che interagendo tra di loro concorrono all’insorgenza della disfunzione e al suo mantenimento immodificato nel tempo.

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Quando il desiderio sessuale diventa disturbo. Uno sguardo al desiderio sessuale in eccesso

Il desiderio sessuale eccedente è caratterizzato da uno stato di eccitazione persistente, difficilmente appagabile.
In questi casi, il desiderio diventa un disturbo clinico: non si attenua né con i rapporti sessuali né con l’autoerotismo, rimane immutato, con lo stesso grado di intensità, anche dopo uno o più rapporti sessuali.
Questo disturbo è correlato a comportamenti sessuali di tipo complulsivo e a problematiche di dipendenza. Il desiderio sessuale eccedente é accompagnato da altri comportamenti smisurati, come dipendenza da cibo e da alcol, da fumo, da droghe e gioco d’azzardo.
Dipendenze con e senza sostanza, ma con lo stesso denominatore comune: una personalità dipendente.

La sexual addiction o l’iper-sessualità assume una diversa connotazione se viene riferita a un uomo o a una donna.

L’uomo vivace sessualmente, nell’immaginario collettivo, viene simpaticamente etichettato come Don Giovanni, eterno Peter Pan o sessualmente esuberante, e viene avvolto da un alone di vivacità e intrigante curiosità.
Una donna che soffre, invece, delle stesse fluttuazioni del desiderio, viene etichettata come ninfomane e basta.

Vediamo di capire il perché

Le donne, prima della rivoluzione sessuale del sessantotto, non potevano avere accesso alla sfera del piacere, ambito legato a doppia mandata con quello della procreazione e della prosecuzione della specie.
Veniva concesso loro di vivere l’intimità con l’unico obiettivo di mettere al mondo dei figli.
Molte etichette diagnostiche femminili correlano con il nome di particolari sedi anatomiche: come utero o clitoride.
Da ieri a oggi, i comportamenti atipici, richiedenti o nevrotici delle donne venivano etichettati come isterici.
Le “donne isteriche” vengono chiamate così dal termine utero, in greco, isteros.

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Il termine ninfomane è un termine che evoca la genitalità femminile, deriva dal greco nympé, che significa clitoride, vulva (ninfa) e manìa, appunto, mania.
Termiche che enfatizza la correlazione tra organi sessuali e possibili disturbi psico-sessuologici della donna. Sono trascorsi gli anni, anzi i decenni, e le terminologie correlate al genere femminile caratterizzano ancora l’immaginario collettivo. Non possiamo occuparci di sessualità e di salute sessuale senza analizzare la sessualità di coppia.
La sessualità – che sia funzionante o disfunzionale – ha un’importante dimensione relazionale; la sua diagnosi clinica non può non tener conto di quest’importantissimo aspetto.
La clinica, poi, conferma la teoria.
Ascolto quotidianamente pazienti – uomini e donne, giovani e meno giovani – che lamentano una sessualità frustrante, assente, obbligata e obbligatoria, caratterizzata da una passionalità stentata e da un erotismo sopito.
Gli stessi pazienti, poi, in altre fasi della loro vita e in altre coppie, raccontano di un erotismo che infiamma corpo e psiche.
Una dimensione di ritrovata felicità e innamoramento riaccende le luci rosse in camera da letto.
Le fluttuazioni del desiderio sessuale, trattasi di desiderio sessuale ipoattivo o di iper-sessualità, non correlano con il genere maschile o femminile, ma con il corpo, con la psiche e con dimensione diadica, soprattutto.
Dare un nome, seppur evocativo e d’effetto, a una disfunzione sessuale che si coniuga esclusivamente al femminile è falso e marcatamente offensivo.

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