Desiderio in pillole: pro e contro dell’impropriamente detto viagra rosa

viagra rosa

Premessa

Lo scopo di questo articolo non è quello di presentare la nuova “pillola dell’amore al femminile”, già ampiamente fatto da più testate giornalistiche, articoli e studiosi, ma quello di valutare i pro e i contro, in funzione della complessità (di cui nessuno sembra occuparsi) della risposta sessuale femminile.

La pillola

Al maschile è blu, al femminile rosa.
Si chiama Addyi, nome commerciale delle flibanserin, approderà nelle farmacie americane il 17 ottobre, in barba alla scaramanzia.
La cugina rosa dell’intramontabile pillola blu non sembra incarnare al meglio la parentela: il meccanismo d’azione è del tutto differente.
La pillola blu – il Viagra, per l’appunto – si assume al bisogno, quella rosa no. E anche qui, sul concetto di bisogno ci sarebbe tanto da dire (rimando agli articoli al maschile che trovate sempre qui, nel mio sito).
La pillola rosa, affinché possa funzionare al meglio, deve essere assunta per ben sei oppure otto settimane consecutive.
E ancora, la pillola blu agisce sulla seconda fase della risposta sessuale: la fase dell’eccitazione, con un aumentando dell’afflusso sanguigno al pene, quella rosa – forse – sulla prima: la fase del desiderio.
La pillola rosa non si assume per fare bella figura sotto le lenzuola a seconda del partner e dell’ansia da prestazione del momento, ma come “cura” per la deflessione del desiderio sessuale: il desiderio sessuale ipoattivo.
Pillola blu, pillola rosa, la corsa verso il piacere sembra passare dalla medicalizzazione.

  • Ma la sessualità femminile è davvero medicalizzabile?
  • È davvero farmaco-correlata o, forse, relazione correlata?

Ricapitolando, chiamarlo viagra rosa è fuorviante, ma, a quanto pare, tremendamente accattivante.

I sentieri impervi del desiderio sessuale

  • È giusto medicalizzare il desiderio?
  • Ma, soprattutto, è mai possibile?
  • Siamo davvero certi  che un incremento del desiderio sessuale conduca poi all’orgasmo?
  • E inoltre, la menopausa è una malattia?
  • Il presunto – e non sempre obbligatorio – calo del desiderio sessuale in menopausa è sempre da imputare al cambiamento dell’assetto ormonale, o al cambiamento dell’assetto della coppia?

Il desiderio sessuale, spesso difficilmente analizzabile e quantizzabile, può essere una disfunzione sessuale che funge da copertura a tante altre problematiche psichiche, fisiche o relazionali; può anche essere il campanello d’allarme che sancisce un processo separativo in corso della coppia in crisi. Talvolta, ascoltarlo, assecondarlo e non medicalizzarlo, a seconda delle situazioni, potrebbe essere una valida risorsa per la donna stessa.
Nella donna, si possano osservare differenti tipologie di disfunzioni sessuali, quando si  presenta un’alterazione, isolata o combinata, delle fasi della risposta sessuale.
Noi sessuologi, che ci occupiamo di sessualità siamo obbligati ad analizzare con cura e competenza tre variabili mai disgiunte tra di loro: psiche, soma e coppia.

Il desiderio sessuale

Attorno al desiderio ruotano tante correnti di pensiero.
Secondo Freud, il desiderio sessuale dell’uomo è “pulsionale“, mosso da furore testosteronico, mentre quello  della donna è “oggettuale“, dipende cioè dall’oggetto del desiderio. Il desiderio sessuale in realtà cambia veste e intensità da coppia a coppia, da momento storico a momento storico, da psiche a psiche.
Anche la fedeltà e il tradimento sembrano entrare in gioco nel mantenimento o nell’estinzione del desiderio sessuale.
Ci sono coppie che necessitano di una “relazione stabile” per rinnovare il desiderio sessuale, mediante il “principio della ripetizione”.
In questi casi viene valorizzata una “sessualità monogama” sempre con le stesse caratteristiche, luoghi ed abitudini.
In queste coppie l’assenza del cambiamento conferisce l’illusione che nulla cambierà mai e che il desiderio sessuale si rinnoverà ogni volta con le stesse modalità.
Altre coppie, invece, necessitano del cambiamento dell’oggetto sessuale affinché  il desiderio sessuale si rinnovi, come se “morte e resurrezione” diventassero i poli opposti indispensabili per rinnovare il complesso meccanismo del desiderio sessuale; in questi casi le coppie prediligeranno una sessualità fedigrafa.

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Qualche nota teorica

Agli albori della sessuologia, non si parlava di desiderio sessuale; inoltre, non vi erano tanti studi su questo spinoso e scarsamente investigabile argomento, sino ad arrivare ai nostri giorni alla scoperta della “pillola per il desiderio“.
Vediamo come sono cambiati i tempi.
Uno dei primi modelli di riferimento inerenti la sessualità femminile è quello proposto dalla Kaplan, il “modello trifasico della risposta sessuale”.
La Kaplan si accorse che la fase del desiderio sessuale era stata abbondantemente esclusa dalla risposta sessuale e che era impensabile parlare di sessualità senza parlare di “desiderio”, quindi suddivise la risposta sessuale in:

  1. Fase del desiderio sessuale
  2. Fase dell’eccitazione
  3. Fase dell’orgasmo.
  1. Fase del desiderio
    Traduce il livello di libido ed è il presupposto indispensabile perché si esprima la sessualità.
  2. Fase dell’eccitazione
    La fase del desiderio può evolvere nella fase dell’eccitamento e del piacere sessuale, in risposta a una stimolazione sessuale, psichica o sensoriale, soggettivamente efficace. Biologicamente, l’eccitazione si esprime con la vasocongestione e la lubrificazione vaginale, la tumescenza clitoridea e la riduzione della soglia di sensibilità recettoriale genitale.
  3. Fase dell’orgasmo
    Biologicamente si esprime con una serie di contrazioni del platform orgasmico, dei muscoli scheletrici che circondano la vagina, del perineo, dell’ano e degli arti inferiori).

Oggi con il rivoluzionario avvento delle pillole pro-erettive ci rendiamo conto di quanto la fase del desiderio sia di fondamentale importanza, direi il primo movens per accendere la sessualità e per far si che il farmaco possa poi funzionare.
Basson (2003/2005) parla invece del “modello circolare ”, introducendo una vera innovazione nella sessualità, parla infatti di “desiderio responsivo”, argomento che presta particolare attenzione alla sessualità femminile.
Grazie a questi studi si diede particolare attenzione alla sessualità femminile e al volere è sentire della donne.
Anche le donne adesso erano in grado di desiderare sessualmente, proprio come gli uomini.

Qualche nota  filosofica

Per Spinoza  Il desiderio è la tristezza per la mancanza di quello che amiamo.
Il desiderio sessuale costituisce senza dubbio la dimensione più sfuggente della sessualità umana. Secondo la definizione filosofica – e anche molto poetica – di Spinoza bisogna tener presente tre aspetti:

  1. Il senso di una mancanza di un qualcosa che non possediamo ma che vorremmo avere e che in diversa misura ci completa.
  2. La tristezza; questa mancanza ci addolora, si fa sentire come un bisogno.
    Abbiamo bisogno di ciò che ci manca per ristabilire un benessere, un’omeostasi psichica e biologica.
  3. L’amore; è difficile parlare di desiderio senza parlare di amore.
    La spinta pulsionale è spesso integrata alla dimensione affettiva e relazionale.
    Questo ultimo aspetto è di particolare rilevanza nella percezione femminile del desiderio, in cui la dimensione emotiva dell’intimità è percepita come altrettanto importante – a volte di più – di quella fisica.
    Dopo avere effettuato questa carrellata sui sentieri psico-fisici del desiderio sessuale femminile, proverò ad analizzare i pro e i contro del farmaco.
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Pro e contro

Pro

Finalmente si parla di sessualità femminile.
La sessualità femminile, da sempre mistificata sotto le lenzuola, ha le sue problematiche e le sue disfunzionalità e obbliga alle sue cure: mirate, competenti e specialistiche.
Dare uno spazio mentale, culturale e scientifico alle possibili cure per la sessualità femminile, penso sia davvero un vero traguardo.
Esattamente come il Viagra, questa nuova molecola indubbiamente modificherà  il corso della storia, così come accadde nel 1999, quando la famosa pillola blu entrò nelle camere da letto di moltissimi uomini.
Credo fermamente che, oltre all’aspetto meccanico associato all’incremento del desiderio sessuale femminile, la vera innovazione è relativa allo “spazio mentale” che verrà dato dalle donne – e dai clinici che si occuperanno di loro –  con desiderio sessuale ipoattivo e con “orgasmi difficili” alla loro sessualità, mantenendo un livello elevato di attenzione verso tematiche come “benessere e salute sessuale”.
Un ulteriore conquista sarà relativa ai colloqui clinici che, medici e psicologi, faranno con le loro pazienti, dedicando una o più domande  alla qualità della vita  sessuale ed alla  risposta orgasmica.
Credo sia veramente un passo in avanti verso la “qualità della vita di coppia” dei nostri pazienti.

Contro

Gli effetti collaterali sono già noti, quindi mi soffermo sulla complessità della diagnosi di desiderio sessuale ipoattivo.

La diagnosi

Ai fini di una scrupolosa e corretta “diagnosi clinica del desiderio sessuale ipoattivo”, diventa indispensabile investigare anche altre aree che apparentemente esulano dalla risposta sessuale, ma che ad essa sono strettamente correlate.

  1. il tono dell’umore
  2. l’eventuale presenza di problematiche depressive pregresse o in itinere
  3. l’eventuale assunzione di terapia farmacologica( come ipno- induttori, anti depressivi, terapia ormonale, terapia contraccettiva)
  4. l’eventuale presenza di problematiche ad “etiologia organica, psicogena o mista” sessuologiche in entrambi i partner (l’importanza dell’andrologo e del ginecologo nel team)
  5. l’eventuale presenza di problematiche ginecologiche e/o andrologiche nell’altro partner
  6. l’eventuale presenza di problematiche di infertilità ed eventuale terapia conseguente.
  7. conflittualità all’interno del legame.
  8. l’eventuale presenza di relazioni extra-coniugali in uno o entrambi i membri della coppia.

Negli ultimi anni, si è andando sempre più delineando il concetto di “multifattorialità” delle disfunzioni sessuali, concetto secondo il quale quando si investigano esseri umani, le loro storie di vita e sessuali, il loro passato e presente, i loro disagi e sofferenze e  le loro coppie, non è possibile trovare un “unico agente patogeno” – farmaco correggerlo – ma diventa obbligatorio lavorare con un livello di onestà mentale e professionale elevato e fruire degli apporti concreti provenienti dalle varie specialità.
Ancor di più diventa obbligatorio porsi nei confronti  della donna o della coppia, in una posizione di studio pluridisciplinare.
Un’acquisizione interessante è il concetto di “livelli causali multipli”, che interagendo tra di loro concorrono all’insorgenza della disfunzione e al suo mantenimento nel tempo.
Non si può considerare un unico sintomo, quello visibile e offerto, causato da un unico fattore etiologico, ma spesso sono “cause diverse” che a “più livelli”, interagiscono tra di loro, danno vita al disturbo clinico.
Alla luce di queste riflessioni non credo che una molecola possa risolvere una problematica così complessa come quella del desiderio sessuale, ma aiutare le donne nel sentirsi autorizzate a sperare ancora, sicuramente si.

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Conclusioni

  • Esistono  donne anorgasmiche con un partner e multi-orgasmiche con altri partners?
  • Donne che riescono ad accedere alla complessa sfera del piacere in perfetta solitudine e non con il partner?
  • Ed altre che bruciano di desiderio per un partner che non sia il compagno di vita e che non provino nulla per il coniuge?

La risposta è si.
La “quota relazionale” è un elemento di fondamentale importanza, che caratterizza sia la funzionalità che la disfunzionalità della sessualità femminile:  fase del desiderio, fase dell’eccitazione e fare orgasmica dipendono fortemente  dalla coppia in cui la sessualità dimora.
Il ” giardino comune” obbliga a una “manutenzione continua”, diventa indispensabile innaffiare, proteggere dalla pioggia, dal caldo eccessivo, estirpare le erbacce, assecondare la stagionalità, e fare tanto altro.
Quindi parlare di sessualità senza coppia è vano e falso.
A mio avviso, la coppia, a seconda del ciclo vitale, dovrebbe effettuare dei “tagliandi benessere e di salute emozionale e sessuale”, per sapere se quello che si trovano a vivere è veramente quello che desiderano, senza “erotizzare’ ben altro rispetto alla coppia.

  • Questo nuovo farmaco sarà mai in grado di oltrepassare il solco invisibile della solitudine, della mancanza di dialogo, dell’estinzione dell’eros, ed abiterà il luogo del non incontro della coppia?

Penso proprio di no.
Benvenuta flibanserin nelle nostre vite ma, penso che i tanti “ma” correlati ai percorsi impervi e complessi del desiderio sessuale femminile, siano sempre da studiare con competenza e scrupolosità.

Bibliografia

  • Althof, S. (2000). Erectile dysfunction: Psychotherapy with men and couples. In: Principles and Practice of Sex Therapy (3rd ed) Leiblum & Rosen (Eds.) New York, Guilford.
  • American Psychiatric Association. (1994). Diagnostic and Statistical manual of Mental Disorders. (Fourth Ed). American Psychiatric Association, Washington, DC.
  • Derogatis, L.R. (1996). Derogatis Interview for Sexual Functioning (DISF/DISF/SR): Preliminary scoring, procedures & administration manual. Baltimore, MD: Clinical Psychometric Research.
  • Food and Drug Administration (2000). Guidelines for Research in Female Sexual Functioning. Podium presentation at the annual meeting of the Female Sexual Functioning Forum, Boston.
  • Holmes, W.; Clemmens, D.; & Froman, R. (2000). The female sexuality questionnaire: Instrument development. Journal of Nursing Measurement, 8(1): 87-99.
  • Meston, C.; & Derogatis, L.R. (in press). Validated instruments for assessing female sexual functioning. Journal of Sex Therapy.
  • Meston, C (2001). Female Sexual Satisfaction Scale. Manuscript submitted for publication. University of Texas at Austin
  • Graziottin A., Sessuologia medica maschile e femminile, in Di Renzo G.C., (a cura di), (2005) Ginecologia e Ostetricia. Verduci Editore, Roma.
  • Willy Pasini “Desiderare il desiderio” Mondadori (2009).
  • Boccadoro L., Carulli S., (2009) Il posto dell’amore negato. Sessualità e psicopatologie segrete. Tecnoprint Editrice, Ancona
  • Kaplan H.S., (1981) I disturbi del desiderio sessuale. Mondadori, Milano.
  • Kaplan H.S., (1976) Nuove terapie sessuali. Bompiani.

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