Cercasi lieto fine. Settembre con le sue separazioni settembrine

Separazioni settembrine

Tra flirt fatali o letali, altri stagionali, delusioni sentimentali e adii, bilanci di vacanze solitarie o falsamente in coppia, ci accingiamo a vivere il mese di settembre.
Mese di bilanci e di buoni propositi, esattamente come capodanno e gennaio, settembre è un mese scomodo e faticoso che obbliga a parecchie riflessioni.

“Se il lieto fine non c’è mai, ti regalerò sempre nuovi inizi”
Massimo Bisotti

Cercasi lieto fine. Coppie sul banco degli imputati: settembre non perdona

Il dopo. Nuovamente settembre.
L’autunno, un po’ come gennaio con la sua voglia di ordine e di nuove e simboliche partenze, è, infatti, il periodo delle riflessioni, dei bilanci e delle azioni.
Così, le mezze verità amorose, con i suoi faticosi compromessi, sembrano non reggere più.
La scarsa tolleranza alle frustrazioni, l’estinzione dell’eros, la mancanza di cure e d’amore, prendono il posto della pazienza e dello sguardo condiviso verso una navigazione comune.
Dopo il giro di boa del mese di agosto, i nodi vengono al pettine, e la solitudine da vacanze subite – e non fruite – fa scattare l’“allerta cambiamento”.
La coppia, solitamente già in crisi da prima delle vacanze, si ritrova catapultata in una dimensione di solitudine, senza le infinite cose da fare che contribuiscono a distrarre la coppia stessa dalla “dimensione più profonda” del legame.
Agosto, mese deputato al riposo e al divertimento, viene vissuto più come una minaccia o una trappola, che come un mese vacanziero e di recupero energetico.

Il dopo, i bilanci settembrini

Molte coppie ripassano con la memoria le immagini della vacanza trascorsa.
È ancora troppo presto per indorarle di polvere magica, hanno ancora sulla pelle le sensazioni provate, quelle vere, non quelle diluite e annebbiate dal tempo che passa, dalla nostalgia e dalle fatiche del vivere.
Sentono ancora quella crema spalmata distrattamente e frettolosamente sulla schiena, per evitare possibili scottature.
Quelle foto, a richiesta, scattate per immortalare un ricordo e regalargli l’eredità, fatte senza cura, senza amore, senza pazienza.
Foto monche, esattamente come il loro amore: foto senza testa, o senza piedi, con i capelli scarmigliati perché non hanno avuto il tempo di metterli in ordine per lo scatto d’amore, in quanto il partner frettoloso e infastidito, le ha scattate senza spettare il momento giusto.
Senza guardare nell’obiettivo, o nel cellulare, l’oggetto del desiderio: il partner amato.
Nessuno scatto rubato, nessun panorama intersecato allo sguardo sognante del partner, nessun profilo o sorriso spontaneo.
Niente di niente.

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“Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo,
a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto.
Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo.
Sono altro.
Sono altrove”.
Alda Merini

Vacanza attesa con ansia, davvero tanto agognata e attesa, soprattutto per la sua funzione riparativa delle pregresse fatiche del quotidiano, per stemperare la fretta e freddezze del legame d’amore, e per rinsaldare un amore distratto dalle fatiche del vivere.

Agosto, le vacanze, la coppia e la delusione

Ad agosto, i partner (solitamente le donne), dopo aver sistemato i gatti da un’amica caritatevole, i cani dalla mamma che brontola e che giura che sarà l’ultima estate, le piante e gli uccellini, si accingono a vivere questa benedetta, o maledetta, vacanza.
Le aspettative superano di gran lunga la realtà, qualunque essa sia.
E, come quando si vede un film dopo avere letto il libro, la delusione è sempre da mettere in valigia.
Delusione cocente, amplificata da un disperato bisogno d’amore, di felicità e di intimità.
La tolleranza verso il partner, dopo un agosto particolarmente impegnativo e di reale solitudine, è pari a zero, così l’autunno invita alla chiarezza.
Settembre e ottobre sembrano essere i mesi della scarsa tolleranza, caratterizzati dal bisogno imperante di agire.

Agosto, la coppia, i figli, la vacanza e la fatica

Poi ci sono i figli, desiderati fino all’inverosimile, che mai verranno lasciati dai nonni.
Se sono troppo piccoli obbligano all’accudimento, alla fatica e alla rinuncia di quel giro in moto o in barca, che fa tanto vacanza.
Se sono adolescenti, brontolano e armano di tensione e di malumori la coppia in vacanza.
Se sono troppo grandi per andare in vacanza con i genitori, inchiodano la coppia al muro della verità.
Ed ecco la sindrome del nido vuoto che si manifesta in tutta la sua virulenza, amplificata ed estremizzata dal clima vacanziero di agosto.
Aspettative diverse.
Desideri diversi.
Bisogni diversi.
Lui ama il mare, lei no.
Lui ama il riposo assoluto, lei si annoia.
Lui vorrebbe sostare a oltranza sotto una palma, lei vagare come una rom.
Lui ama i ristoranti italiani, lei mangerebbe ovunque curiosando tra le pietanze locali.
Insomma, la vacanza é sempre un banco di prova, soprattutto per una coppia senza figli che non ha più alibi per non divertirsi, per non parlarsi, e per non fare l’amore.

“Spesso ci ostiniamo a tenere in piedi cose che non hanno avuto la forza di sfidare il vento.
Ci mettiamo noi controvento al posto loro.
Ma l’Amore non ha bisogno di essere convinto, l’amore è sicuro di sé
Per cui forse non è amore, per cui forse meritiamo altro vento.”
Massimo Bisotti

Ricapitolando

I protagonisti delle separazioni autunnali sono partner ostaggi della noia, del non detto e dell’acredine, delle vacanze subite e non fruite, intrappolati nella solitudine cocente che non hanno nessuna voglia di appendere al chiodo la loro vita intima e sessuale.
La rabbia prende il posto dell’arrendevole rassegnazione, il bisogno di un risarcimento affettivo si affaccia potente e prepotente a valigie conservate nel ripostiglio di casa, e il gioco è fatto: la coppia in crisi transita verso il desiderio separazione (o riparazione).

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