Il vampirismo affettivo è un fenomeno molto diffuso, ma riconosciuto da pochi.
Quando parliamo di vampiri ci vengono subito in mente le serie tv che raccontano, romanzando, la loro vita intersecata a quella degli umani. Altre volte facciamo un viaggio indietro nel tempo e ci viene in mente qualche racconto d’infanzia.
Quando eravamo piccoli aleggiava nell’aria la triste storia dell’uomo nero.
Un uomo misterioso, e altrettanto pericoloso, che con fare deciso indossava gli abiti della minaccia e della punizione.
L’uomo nero in realtà non esiste, ma è una trovata bieca di alcuni genitori incapaci di redarguire i propri figli con mezzi educativi e cognitivi propri.
L’uomo nero in amore
Che trattasi di belli e dannati, di narcisisti patologici, o di stalker, sono uomini decisamente dall’anima nera.
Un uomo pericoloso e minaccioso per l’incolumità psichica di chi si trova ad amarlo, mi piace immaginarlo come l’uomo nero.
Come lo spettro dei luoghi dell’infanzia, come un Edipo irrisolto, e capovolto.
L’uomo da cui scappare a gambe levate. L’uomo che, talvolta, in alcuni momenti della vita di disagio affettivo, seduce e cattura. L’uomo che intercetta il disagio e la sofferenza della sua preda e che ne approfitta per attirarla a sé, e insieme a lei le sue energie psichiche.
Il vampirismo affettivo
Non tutti gli amori nutrono, alcuni depauperano e prosciugano. Altri creano spazi, anzi voragini. Altri ancora questi spazi li riempiono, e altri ancora che devastano con il loro transito.
Ci sono amori che danneggiano, altri che accudiscono, altri che trasformano.
Alcuni spalancano le finestre dell’anima e fanno entrare gioia, aria e vento, altri invece che si preoccupano solo di tenersi al riparo dalle intemperie, senza rischi e senza slanci. Amori prudenti, sprovvisti di generosità e altruismo.
Non tutti gli amori fanno crescere e hanno le ali, alcuni le ali le tarpano, le legano al corpo e impediscono di volare.
Alcuni amori rappresentano delle tappe evolutive, di crescita e di cambiamento, altri invece degli incidenti di percorso. Ma non sempre, soprattutto in situazioni di coinvolgimento emotivo profondo e di sensi infiammati, il protagonista della relazione tossica riesce a distinguere le due realtà: quella letale da quella sana.
Quando si ama davvero, la circolarità delle emozioni e del benessere è quel fluido magico e alchemico che rende gli occhi liquorosi e la pelle radiosa, e che regala benessere.
Nessun amore regala dolore e sofferenza, perlomeno non per un tempo prolungato.
La vittima. Dove, come e quando
L’uomo nero appare nella vita della sua preda soltanto se lei si trova in un momento di estrema vulnerabilità. Quando l’instabilità emotiva mette a dura prova l’equilibrio psichico e la fragilità dell’anima diventa il denominatore comune di tutte le stanze della vita psichica.
Esistono dei momenti topici di grande fragilità del cuore: dopo un divorzio, dopo un lutto, o una malattia del corpo o dell’anima.
Altre volte a causa dello visibilità provata in famiglia, o quando la ferita dei non amati continua a sanguinare.
Insomma, quando autonomia e autostima vacillano per vari motivi.
Il vampiro psichico si insinua lentamente nel mondo interiore della sua preda prosciugandola di tutte le energie psichiche e fisiche, facendola traslocare nel suo.
I sensi di colpa si alternano alle manipolazioni, in cambio di apparente protezione e amore.
Questo (presunto) amore ha un costo davvero sin troppo elevato, e prima o poi chiede il conto in termini di scelte e di sintomi offerti.
La rete di seduzione intrecciata con perizia dal vampiro fa cadere la sua vittima in una baratro di cupa disperazione, senza rendersi contro di cosa le procuri davvero così tanto dolore.
Più starà male, più avrà bisogno di lui, più berrà da quel calice di acqua avvelenata e più starà male. Il circolo è chiaramente vizioso, ma affinché diventi virtuoso la vittima dovrà prendere coscienza di avere un problema, altrimenti il copione disfunzionale continuerà a mietere vittime e a regalare dosi massicce di sofferenza.
La “coppia vampiro e preda” sono una “coppia formata da un partner dominante e uno sottomesso“.
L’uno esiste perché c’è l’altro. Ricordiamo sempre che esiste un dominante perché c’è la sua sottomessa, e viceversa. Nessuno dei due esisterebbe senza l’altro.
Vampiro psichico o randagio affettivo
Il vampiro psichico è un randagio affettivo.
Quando la sua preda ha preso coscienza di essere preda, e non lo rifornisce più di energie psichiche e di linfa vitale, lui cambia preda. Cerca altrove. Prede più ingenue, più bisognose, più depresse per attuare le sue strategie di manipolazione.
Il furto d’energia, il furto d’anima
Sei innamorata e ti senti sempre stanca?
- Smarrisci gli oggetti?
- Sei scollata dalla realtà?
- Non hai più tempo per te?
- L’insonnia si è impossessata di te?
- Mangi male, e digerisci peggio?
- Il lavoro va male?
- Hai la gastrite? La pelle spenta?
Forse ami un vampiro psichico. Hi voluto scrivere in maniera chiara i sintomi perché molte persone, uomini o donne, non riescono a capire il perché del loro malessere, tantomeno lo associano alla loro coppia e al loro modo di amare.
Non ci sono altri termini per spiegare il furto d’anima che si avverte quando il malcapitato ama un vampiro psichico, se non “furto d’anima”.
Una strategia per sopravvivere a un amore letale è l’autodifesa psichica
Esistono sicuramente delle strategie per difendersi; la prima delle quali è avere consapevolezza del disagio provato. Poi chiedere aiuto a un professionista, imparare a prendersi cura di sé.
Ricordiamoci sempre che quando un amore tossico va via, non è un vuoto che lascia, ma spazio.
4 Commenti. Nuovo commento
Eh sì, più si allontana nel passato la data della separazione più comprendo di aver avuto anche fare con una vampira affettiva. Tutto torna, tutto combacia. Riprendersi è un’impresa titanica, tuttavia stimolante. A terra emotivamente ed economicamente, si può solo risalire la china: è ciò che voglio, per me stesso e per i miei splendidi figli, innocenti travolti da una madre irresponsabile che ha giocato con le nostre vite. Esistono persone così, per quanto sembri impossibile.
Buongiorno Dottoressa, tante volte, credo, si può diventare preda durante l’infanzia, e non ci si mette la corazza per stanchezza e perché non si ha voglia di combattere. Mi spiego meglio, sono cresciuto in una famiglia in cui regnava e dominava la mancanza affettiva, e in cui dominavano ordini perentori e aggressivi, non solo, ma chi dettava legge, i miei genitori, litigavano mattina, pomeriggio e sera, con grida, dchiaffi e sputi in faccia. Io abitavo quella casa, e le grida erano diventate per noi la colonna sonora della nostra adolescenza. Inoltre, vi era una disparità assoluta di trattamento e al sottoscritto veniva vietato di mangiare come si deve perché paffutello, e venivo distrutto psicologicamente da mia madre, perché, purtroppo, ero diverso dagli altri fratelli, basso, rozzo, a tal punto da dirmi spesso schifoso, parolina che rimbomba nella mia testa ogni giorno,..ovviamente io ero molto piccolo, 8 anni.
IO non ho voglia di essere preda, ma ho bisogno di pace interiore, che, in ogni caso possiedo. Nelle donne cerco, mi vergogno a dirlo, prima di tutto la passione, che può essere preesistente oppure può rinascere per condivisione nutritiva. A questo punto cosa succede : per Natura, ad un certo punto, uno nella coppia inizia a prendere il sopravvento (come in una gara, non si può dire agli equipaggi di arrivare tutti primi e non vincere! Chiunque ha il desiderio di misurare la propria forza…fisica,intellettiva,emotiva…e chi più ne ha ne metta. Li io, dopo un po’ cedo, ma non perché voglio essere dominato o preda,…in realtà sono più forte di lei, ma non riesco, rivivo i traumi sonori, e verbali infantili. È una vera sofferenza. Questo è anche il motivo per cui perdo sempre la pazienza dopo che qualcuna non ha percepito, o non ha voluto percepire, il mio stato d’animo di disagio dei sensi, io divento un vero animale, perché preso in giro e detroneggiato della stima.
I miei rapporti sono tutti così, o quasi tutti. Inoltre se non c’è piu sesso e trasgressione, mi stanco, mi annoio, e me ne vado, perché non tradisco…non è un divertimento tradire.
Tutti abbiamo bisogni infantili più o meno dichiarati. Tutti in fondo in fondo vogliamo averla vinta. Così ci condanniamo inesorabilmente a relazioni tutte uguali e fallimentari. La soluzioni più logiche e di buon senso?
1.diminuire la nostra tirannica pretesa della soddisfazione di questi bisogni ( crescere?)
2. Non cercare piú partner sempre uguali, perché ci condanniamo ad una frustrazione senza fine. ( Non si può pensare di guardare sempre lo stesso film ed aspettarsi una fine diversa).
Buongiorno Luca,
esiste un potente meccanismo psichico che si chiama coazione a ripetere, che obbliga a fare sempre le stesse scelte anche se sbagliate e dispensatorici di dolore.
Se non si disinnesca in terapia, lui prosegue a far fare al legittimo ospitante sempre le stesse scelte; e mon è possibile, inoltre, attuare semplici regole comportamentali senza un lavoro profondo.
Un saluto