“Che barba, che noia” è una frase che appartiene ai rapporti longevi.
“Quando glielo dici”, invece, ai legami altri, al luna park del desiderio.
La prima racchiude la noia della routine, del telecomando e del sonno serale, dei figli da crescere e del calo del desiderio, la seconda racconta lo strazio di un amante o un’amante in lista d’attesa e del desiderio straripante. La vita dell’amante, soprattutto di quella di lungo corso, non è affatto facile. È dolorosa, faticosa, impegnativa, ardua, impervia. È una vita intrisa di brividi e baratri, di domeniche e giorni rossi. Quelle domeniche che fanno male, che feriscono, che brandiscono e garantiscono sofferenza e solitudine, e che non lasciano presagire nulla di buono.
Quei giorni immobili, senza e-mail, senza chat, orfani di buona notte e buongiorno, cuori e fiori.
L’amante è colei (o colui) che viene corteggiata, sedotta, amata e desiderata, avvolta da un’aura di mistero e gogna mediatica, ma mai scelta.
È il sogno erotico dell’uomo che ama ma non è la sua compagna di letto e di vita. È colei che brama di desiderio ma che non prepara mai le valigie insieme a lui (o lei) per una vacanza alla luce del sole, o al sole.
È colei che mette in pausa la sua vita e il suo desiderio di maternità in attesa di un messaggio di fumo, di una scelta, di un atto di coraggio o di fede. L’amante non è soltanto la zoccola, la rovina famiglie, la poco di buono, ma è una donna in pena che in fondo non vive. Dietro un’amante non c’è sempre una moglie sciatta e ingrigita e un uomo che dorme su un divano, ma c’è di sicuro un matrimonio zoppo, con crepe e silenzi di lunga data.
Il mio meraviglioso lavoro mi regala l’opportunità di lavorare con i tre protagonisti degli amori infedeli: gli uomini confusi, le mogli dal cuore infranto e le amanti, perenni anime in affitto.
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5 Commenti. Nuovo commento
Più delle volte non salta fuori la relazione per mancanza di dignità, chi tradisce non ama
Quanto mi riconosco in queste poche righe pregne di verità.
Mi riconosco anch’io in questa storia. Solo che stavolta cambia il finale in qualche modo…l’amante manda in psicoterapia lui e la moglie. Vorrei chiederle dottoressa questi due rimarranno insieme dopo la psicoterapia?
Gentile Signora,
Come faccio a saperlo? Non li conosco.
Ma se hanno avuto la voglia e il coraggio di mettersi in gioco, a prescindere da come andrà, sono già in cammino e stanno facendo un regalo a loro stessi.
Non riesco a provare empatia per chi fa l’amante e soffre: se si vuole una relazione esclusiva si comincia con una persona LIBERA. Altrimenti si accetta il ruolo che implica stare in sordina, soli, a immaginare la persona che si desidera tra le braccia (e non solo!) di un’altra e non ci si lamenta né si è gelosi.
Chi è causa del suo mal….