Diventare maschi adulti: il difficile percorso dell’identità sessuale maschile

Diventare maschi adulti - identità sessuale maschile

Crescere è faticoso. Decisamente complesso. C’è chi ha difficoltà a staccarsi dalle figure genitoriali, e chi ha dei genitori talmente ingombranti da non poterlo fare. Chi ha paura del distacco e dell’individuazione, e chi si sente al riparo dalla vita soltanto abitando in un gruppo. Diventare adulti, insomma, non è un cammino semplice, tantomeno immune da intoppi e inciampi.  Esiste una notevole differenziazione di genere tra la ragazza che diventa adulta e il ragazzo. Per il ragazzo diventare maschio adulto, è davvero un percorso a ostacoli.

“Tenersi in piedi, non è crescere”
Lao Tse

Negli ultimi tempi, soprattutto a seguito della rivoluzione sessuale, l’identità maschile è stata oggetto di infiniti studi di psico-sessuologia, di sociologia e di antropologia.
L’identità maschile è tornata  alla ribalta, ma, unitamente agli studi clinici, c’è stato un proliferare di leggende metropolitane sul concetto di mascolinità e di crescita del maschio.
Dall’uomo che non deve chiedere mai siamo approdati all’uomo che  cambia i pannolini.
Dall’uomo che lavora fuori casa e non si interessa di nulla dell’ambito domestico siamo giunti all’uomo che ha, finalmente, diritto al congedo parentale.
Insomma, dall’uomo che sembrava obbligato a non avere accesso alla sfera dei sentimenti, è stata sdoganata una nuova figura maschile: un uomo sensibile, emotivo, accuditivo, e anche materno.

Qualche riflessione
L’identità maschile segue percorsi totalmente differenti, decisamente più faticosi, rispetto a quella femminile che in generale sembra invece essere dalla più lineare costruzione.
La donna nasce e cresce seguendo le orme comportamentali materne, passa da un processo imitativo a uno identificativo, osservando senza grandi difficoltà come si fa a diventare “femmina”.
La bambina gioca a indossare le scarpe con i tacchi della madre, si attarda davanti allo specchio giocando con i trucchi, gioca a pulire casa, a fare la spesa, e ancora, a mamma e figlia, e così via.
Tutta una serie di giochi simbolici e di ruolo, che preparano le bambine alla futura vita da “piccole donne”.

La bambina diventa donna

Una bambina che diventa adulta segue un percorso abbastanza lineare fatto di rituali e simbolismi, di tappe prestabilite che aiutano la crescita.

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La prima tappa simbolica della donna che correla al passaggio alla vita adulta è il menarca. La prima mestruazione.
Il ciclo è un lieto evento di cui la madre fiera diffonde la notizia a familiari e amici cari, comunicando, appunto, che la propria figlia è diventata “adulta”.
Una sorta di festa condivisa sul piano emotivo.
Il primo ciclo mestruale rappresenta un rituale che conferisce alla bambina una sorta di “identità conquistata”.

La seconda tappa, anch’essa ricca di importanti simbolismi, è la deflorazione, la rottura dell’imene,  caratterizzata dal primo rapporto sessuale della donna.
La ragazzina che diventa donna accede alla vita adulta.
Il sangue, con i suoi simbolismi, sembra segnare le prime due tappe della vita adulta: il menarca e il primo rapporto sessuale. La crescita della donna passa da rituali e segni chiari e tangibili.

L’uomo diventa adulto senza rituali e senza segni

L’uomo, durante la sua crescita psico-sessuale, va incontro a tutta una serie di percorsi ad ostacoli riguardanti l’identità di genere, accompagnati da una totale assenza di rituali simbolici e rassicuranti.
La prima tappa è correlata al dover prendere le distanze dalla figura materna per identificarsi poi in quella paterna. Una madre che accudisce e che insegna a diventare grandi diventa un faro nella notte. È davvero faticoso e complesso per il giovane uomo prenderne le distanze per poter crescere.
Il bambino deve fare, obbligatoriamente, giochi da “maschio”, con armi, pistole, spade, e giochi di guerra.
Solitamente, quando tutto questo non avviene, i genitori vengono colti da attacchi acuti di ansia circa l’orientamento sessuale del figlio maschio. Iniziano a chiedersi se può diventare omosessuale o dall’identità sessuale incerta, e l’ansia si sostituisce alla capacità di cura.
La crescita, per entrambi i generi, dipende dal  rapporto che il piccolo instaurerà con i genitori, o con chi si prenderà cura di lui. Se si tratta di un rapporto facilitante o inibente. Affettuoso o ansiogeno.

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Dal punto di vista psicologico, infatti, l’identità sessuale maschile si struttura attraverso due meccanismi:

  1.  l’identificazione con il padre, purché il rapporto sia empatico, sano, affettuoso e continuativo;
  2. la complementarietà  con la figura materna.

Un disturbo, o un intoppo, di queste fondamentali interazioni, specialmente se associata ad anomalie genetiche o endocrine, può alterare lo sviluppo psico-sessuale fino a determinare veri e propri disturbi relativi all’identità (disforie di genere).

I misteri e le fatiche della pubertà

La pubertà è un’altra fase della vita decisamente importante, per ragazzi e ragazze.
Compaiono le prime, tanto attese, modificazioni corporali, cioè i caratteri sessuali secondari.
La comparsa della peluria, una lieta anticipazione della futura barba, lo sviluppo muscolare e osseo, la modificazione della voce, da acerba a roca e finalmente ferormonica, le frequenti erezioni spontanee a conferma di mascolinità e potenza sessuale, e la comparsa delle polluzioni notturne, oltre che le modificazioni della secrezione sudoripara e sebacea.

Dal punto di vista psicologico e sessuale, l’adolescenza si presenta poi come una fase di grande vulnerabilità.

I giovani di oggi apprendono tutto quello che riguarda la sessualità online, con un’assidua frequentazione di siti pornografici.
Siti che hanno la funzione di “formare e informare”, quasi come fossero dei clinici, su temi tanto complessi quanto delicati, riguardanti la sessualità umana.
E le ansie? Le paure? I dubbi? Chi si occuperò dell’aspetto emozionale, psichico e relazionale correlato alla sessualità di questi ragazzi? Nessuno.

Lo stato dell’arte della salute sessuale giovanile

Stiamo osservando un crescente aumento di disfunzioni sessuali con esordio giovanile.
Ansia da prestazione e da dimensione che prende il posto della reale intimità.
Una corsa all’orgasmo che si sostituisce all’esplorazione del corpo e della psiche altrui.
Rapporti sessuali perforanti che assumono le sembianze di maratone ansiogene e stressanti prendono imposto del fare l’amore.
Dilagano confusioni circa l’orientamento e l’identità sessuale ( tutti fusi e confusi.), come se la non scelta fosse una scelta. 
Le droghe e l’alcol diventano i compagni di viaggio delle prime esperienze sessuali.
E il viagra viene venduto in discoteca – viagra party -, come euforizzante e disinibitore del comportamento sessuale, garantendo dipendenza psicologica e assuefazione postuma.

Stiamo assistendo agli esiti da  totale mancanza di  educazione emozionale e sessuale

Cosa fare?
Per prima cosa siamo obbligati a formare e informare.
Con amore, cura e pazienza, senza mai perdere di vista le vulnerabilità psichiche e di crescita dei ragazzi di oggi; vulnerabilità strettamente correlate al momento storico in cui viviamo. I giovani di oggi saranno gli adulti di domani; investire su di loro significa investire sul domani di tutti noi.
L’obiettivo quello di avere dei ragazzi più sereni e  consapevoli, informati e formati, per diventare domani, adulti meno stressati e indubbiamente meno vulnerabili.

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