Anorgasmia femminile

Come si manifesta l’anorgasmia, sintomi e segni clinici

Non tutte le donne provano l’orgasmo durante il rapporto sessuale. Alcune mentono, altre soffrono in silenzio, altre hanno pudore nel raccontare il disagio provato, altre ancora chiedono aiuto a un professionista.
Questa difficoltà o impossibilità nel raggiungere l’orgasmo si chiama anorgasmia coitale.
L’anorgasmia si manifesta con l’impossibilità nel raggiungere l’orgasmo nonostante un’adeguata stimolazione sessuale da parte della donna o del partner. Non va confusa con altre disfunzioni sessuali e va studiata con cura e scrupolosità.
L’anorgasmia coitale femminile è una disfunzione sessuale davvero molto frequente, rende difficoltoso e a volte impossibile il raggiungimento dell’orgasmo durante un rapporto sessuale coitale. Dispensa disagio, amarezza, mal di vivere e, ovviamente, crisi di coppia.
Può essere primaria, quindi manifestarsi sin da subito nella vita della donna, secondaria, apparire in un secondo momento, situazionale, con alcuni uomini e con altri no, e per concludere, assoluta.
Questa è la condizione più severa perché la donna non raggiunge l’orgasmo nemmeno con l’autoerotismo. Lo sconosce. Brancola nel buio e pensa che non esista la luce.
L’anorgasmia può manifestarsi sin da subito, quando la donna si approccia ai primi rapporti sessuali, o dopo, per svariate motivazioni, momenti topici della vita, partner inadeguati (sul piano caratteriale o amatorio) o traumi.
L’anorgasmia può manifestarsi con il partner abituale, con un partner e non con altri, e nei casi più severi, durante la masturbazione.
Una ragazzina alle prime armi amorose, coinvolta e innamorata del suo partner, che non riesce a raggiungere l’orgasmo, è confusa, non sa cosa le stia succedendo e cosa poter fare per poter risolvere.
E, soprattutto, non sa con chi parlarne.
Non ne parlerà alla madre, alle insegnati, e nemmeno alle amiche che si mostreranno più audaci e soddisfatte di lei.
La mancanza d’orgasmo è sempre un campanello d’allarme, un semaforo rosso davanti al quale fermarsi a riflettere, rappresenta la concretizzazione di un disagio psico-corporeo o relazionale.
La mancanza d’orgasmo nella donna – anche se l’orgasmo femminile non correla con la riproduzione, quindi, come hanno tristemente detto in tanti, non è indispensabile – va accuratamente diagnosticata e curata, sempre.
Può essere spia di una problematica di salute della donna, per sfociare poi in una inevitabile problematica di coppia.
Lavorare con le coppie mi consente di osservare come l’anorgasmia coitale, spesso, è frutto di interazioni di coppia ambivalenti o conflittuali.
È la conseguenza di coppie che non funzionano né sotto le lenzuola né sopra.

L’anorgasmia non passa da sola

Fare diagnosi, e per di più senza perdere troppo tempo, significa avere rispetto e cura della donna e della coppia. Fare passare del tempo e aspettare che l’anorgasmia passi da sola, è un approccio miope ed errato.
L’anorgasmia non passa da sola, può, invece, condurre la donna verso il declino del suo benessere, la compromissione della sua autostima, e inevitabilmente investire la coppia facendola diventare ufficialmente una coppia in crisi.

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Cause dell’anorgasmia femminile

L’anorgasmia è una disfunzione sessuale femminile multifattoriale.
Tenterò ugualmente, in maniera schematica, di tracciare i punti salienti che possano aiutare la donna nella risoluzione del disagio sessuologico.
L’orgasmo femminile è dato da un insieme di eventi neuro endocrini ed emozionali, mai disgiunti dalla psiche della donna, dalla sua storia di vita, dalle sue esperienze pregresse e dalla coppia in cui la sessualità abita.
La donna, erroneamente, crede che l’orgasmo sia di due tipi: un orgasmo vaginale e uno clitorideo, così, quando viene meno quello vaginale, crede di essere anorgasmica.
Può capitare che la donna raggiunga l’orgasmo soltanto con la masturbazione clitoridea  e non con il partner, oppure, con la masturbazione da parte del partner ma non con il rapporto sessuale penetrativo.
L’anorgasmia va sempre diagnosticata con cura, unitamente alle cause che hanno causato il disturbo sessuale.
Questi sono alcuni fattori che possono alimentare o mantenere il disturbo immodificato nel tempo.
In clinica si chiamano fattori scatenanti, fattori predisponenti, e fattori mantenenti la disfunzione.

  • scarsa conoscenza da parte della donna stessa della propria corporeità, sessualità, e del percorso che porta al piacere
  • scarsa confidenza ed empatia con il partner o crisi di coppia
  • ansia da prestazione femminile e iper controllo sul piacere associati alla paura di perdere il controllo
  • dolore durante la penetrazione
  • infiammazioni o infezioni vaginali
  • paura della penetrazione, nucleo fobico, paura della paura del dolore da penetrazione
  • vaginismo
  • dispareunia
  • compromissione della fase dell’eccitazione e secchezza vaginale
  •  calo del desiderio sessuale
  • depressione
  • fattori iatrogeni (alcuni farmaci inibiscono il piacere)
  • la possibile presenza di alcune disfunzioni sessuali maschili

Anorgasmia, rimedi e cura

La cura dipende dalla diagnosi, e la prognosi dipende dalla cura.
Tendo sempre a chiarire questo concetto perché le donne che mi scrivono e che si rivolgono a me, chiedono sempre:
“Si può curare? In quanto tempo risolvo?”
La cura per l’anorgasmia è la terapia sessuologica, la terapia di coppia, o la psicoterapia.

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Disfunzioni sessuali maschili e anorgasmia

Quando si affrontano le disfunzioni sessuali, uno sguardo deve essere rivolto alla coppia. Sempre.
La dimensione amorosa ed empatica, conflittuale o ambivalente va sempre analizzata, unitamente alla sessualità di entrambi i partner. Funzionale o meno.
Ci sono alcune disfunzioni sessuali maschili che possono correlare con la presenza dell’anorgasmia della donna come il deficit erettivo e l’eiaculazione precoce.
In entrambi i casi la sessualità dell’uomo non è sufficientemente adeguata alla tempistica e alle necessità fisiologiche e psichiche della donna, e contribuisce a peggiorare o a causare la mancanza d’orgasmo nella donna.

Eiaculazione precoce e anorgasmia

  • La fretta del piacere sessuale maschile è sempre correlata agli orgasmi difficili della partner?
  • Eiaculazione precoce e anorgasmia sono davvero sempre correlate?
  •  E sono sempre l’una causa dell’altra?

Da una prima osservazione sembrerebbe esistere una stretta correlazione tra le due disfunzioni sessuali: tempi penetrativi intra-vaginali più lunghi dovrebbero essere correlati al consequenziale piacere sessuale femminile.
Quindi, rapporti sessuali lunghi e penetrativi, dovrebbero corrispondere all’orgasmo femminile.
In realtà, non è sempre così.
Quando una donna non raggiunge l’orgasmo per le vari motivi si accorge subito che qualcosa non va nella propria sessualità e in quella del partner, e chiede aiuto ai clinici.
La donna, solitamente, è il ministro degli Esteri del rapporto di coppia. È colei che parla, che richiede consulenze, che trascina il marito in consultazione o dal medico.
Molto frequentemente, infatti, le domande di aiuto coniugale provengono dalle donne, sconfortate e disorientate per la velocità della sessualità dei loro partners, inappagate e arrabbiate.
La sessualità femminile, nei casi di un’eiaculazione precoce non curata, diviene di tipo assistenziale, svolge esclusivamente una funzione rassicurante e consolatoria del benessere e dell’autostima del partner.

Rabbia, frustrazione e eiaculazione precoce: il vissuto della donna

Nei casi di eiaculazione precoce le donne precipitano nella rabbia e nella solitudine. Nel pudore e nella vergogna.
Si ritrovano a rispondere ai bisogni sessuali dei loro partners, mentre i loro reali bisogni di coinvolgimento e intimità non vengono né ascoltati né rispettati, e tanto meno appagati.
Questo palcoscenico emotivo, le spinge spesso verso un evitamento dell’intimità, sottraendosi così alle fatiche e noie orizzontali, atteggiamento che dà vita a tutta una serie di rappresaglie, verbali e sessuali.
La diagnosi e la cura diventano indispensabili per evitare la crisi di coppia.
L’eiaculazione precoce non curata non passa da sola, così come l’anorgasmia.
La sessualità è indispensabile alla vita amorosa e una coppia senza una buona empatia sessuale è candidata, prima o poi, a dover fare i conti con la deriva della coppia stessa.
La frustrazione genera frustrazione. La rabbia genera rabbia. I rapporti frettolosi altri rapporti frettolosi. E, per finire, l’evitamento dell’intimità rinforza l’evitamento dell’intimità.
Il calo del desiderio e la crisi di coppia sono assicurati.

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Un pò di clinica

Il panorama scientifico odierno dedica una notevole attenzione alla “dimensione relazionale” del disturbo sessuale.
Dimensione da analizzare per quando riguarda l’insorgenza del sintomo, il mantenimento della disfunzione e, ovviamente, la risoluzione della stessa. Dai racconti anamnestici delle mie pazienti, emerge che l’anorgasmia coitale era pregressa rispetto all’eiaculazione precoce dell’attuale partner.
La disfunzione sessuale del compagno peggiora l’anorgasmia, ma, talvolta, non ne è responsabile.
La stessa donna se avesse avuto dei rapporti sessuali più lunghi e variegati non avrebbe raggiunto ugualmente l’orgasmo.

Cosa fare in casi di comorbidità delle due disfunzioni sessuali?

Diagnosi chiare e competenti.
Evitare di far passare troppo tempo dall’insorgenza delle disfunzioni alla richiesta d’aiuto.
Dialogo sincero e aperto tra i coniugi, evitare che il silenzio e la vergogna amanti ogni possibile forma di comunicazione.
Andrologo, ginecologo e sessuologo clinico sono i referenti per la salute sessuale della coppia.
Un percorso di terapia sessuologica, inoltre, apre la strada verso una nuova intimità. Verso una dimensione di complicità e di ritrovata alleanza.
Diventa, senza dubbio, un percorso mirato alla riscoperta del piacere perduto.

Testimonianza

Dottoressa, mi chiamo Elisa e ho 32 anni, mi sento triste e confusa in quanto durante la mia vita sessuale non ho mai provato un orgasmo. Durante la masturbazione però riesco a provare un orgasmo clitorideo. Ho avuto tanti e tanti uomini, ma sessualmente non mi ha soddisfatta mai nessuno. Posso guarire?
Elisa

Cara Elisa,
l’insoddisfazione di cui lei mi parla è da ricercare in sé stessa, oltre che nel rapporto con i suoi tanti uomini. La sessualità femminile, così come la risposta orgasmica, è molto complessa e profondamente differente da quella maschile. La sessualità femminile è una sessualità di “mucosa”, molto più intima, ricercata e “cerebrale”.
Quella maschile è una sessualità d’organo, più visibile, più esposta, più quantizzabile. Il suo riuscire a raggiungere un orgasmo con la masturbazione mi fa ben pensare, in quanto funzionano tutte le fasi propedeutiche all’orgasmo, cioè quelle del desiderio,  eccitazione e lubrificazione vaginale.
Avere tanti uomini forse le è servito per “non essere intima” con nessuno di loro. Il passaggio da un orgasmo clitorideo con masturbazione a un orgasmo coitale è un percorso lento e complesso e prevede la capacità di lasciarsi andare alle proprie emozioni, sensazioni, fantasie erotiche, e al mondo dell’altro. Inoltre la sessualità femminile è spesso associata a un atteggiamento mentale di “autosservazione” (spectatoring), abitudine altamente disfunzionale sul piano orizzontale. Spero di esserle stata d’aiuto.

Buona fortuna.

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