Orgasmo femminile, i segreti del piacere femminile

Orgasmo femminile

Il termine orgasmo – dal greco orgasmós, derivato di orgáóessere in preda al desiderio”, da orgxsentimento, passione” – rappresenta e racchiude tutta una serie di eventi psico-neuroendocrini e relazionali che si trovano al massimo punto della fase eccitatoria femminile, l’orgasmo femminile.

 Cos’è l’orgasmo femminile?

C’è chi non lo ha mai provato. Chi ci ha rinunciato, come se ci fossero tanti domani. Chi lo insegue come una chimera.
Chi ha bisogno dell’amore e dalla sua intensità per poterlo sperimentare. Chi sceglie di vivere, morendo, dentro un legame estinto, assolutamente anti erogeno. Chi vive del ricordo di quanto provato, nutrendosi di rimpianti. Chi invece, controlla tutto – anima, corpo e coppia -, e lo teme, pur desiderandolo, come la peste. Chi ancora, ne ha bisogno per sentirsi viva, e per tenere sotto controllo la paura di invecchiare e della morte. Chi ne prova uno, chi nemmeno uno, chi più d’uno.

Ecco a voi l’orgasmo femminile e i suoi misteri.

Come avviene l’orgasmo

Quando trattiamo un argomento così complesso come l’orgasmo femminile, dobbiamo occuparci della donna, della sua salute psico-fisica e del suo rapporto con sé stessa e della sua coppia. Palcoscenico e contenitore della sua sessualità.

1- La donna, il piacere e sé stessa

La risposta orgasmica femminile è davvero molto complessa, e il suo raggiungimento, o meno, è sicuramente multi-fattoriale, dipende cioè da un’infinità di variabili: fisiche, psiche e di coppia. La donna deve stare bene in salute, con sé stessa e, ovviamente, dentro la sua relazione di coppia. Il rapporto con lo specchio, soprattutto durante le delicatissime fasi di crescita, diventa uno strumento infernale o felicemente complice che la donna utilizza per vivere serenamente il rapporto con la propria fisicità.
Molte donne, soprattutto le donne in carestia di autostima, vivono male il rapporto con il loro corpo, e ancora peggio l’intimità.
L’intimità è un “luogo simbolico” dove la nudità, il rapporto di pelle e di sensi, l’incontro profondo con l’altro sono gli ingredienti indispensabili per una buona e sana vita sessuale e risposta orgasmica. Una donna che non è in armonia con sé stessa, che ha un disagio psico-corporeo non elaborato o risolto, vive la sessualità come una spina irritativa nel fianco, come un compito in classe; non riesce a lasciarsi andare al libero fluire e fruire delle emozioni e delle sensazioni.
È una donna che ha bisogno di controllare tutto: sé stessa, il partner, il rapporto, le sue fantasie, il suo orgasmo.
Molto spesso la donna avverte forte e impellente il bisogno di focalizzare la sua attenzione sulla meta da raggiungere, l’orgasmo, e tenderà così, a danneggiare tutto il percorso, l’intimità. Questa attitudine, decisamente disfunzionale per la risposta sessuale e per il raggiungimento dell’orgasmo, in sessuologia, è detta “spectatoring”, ed è tipica dell’ansia da prestazione maschile.
Di questo però, ne parlerò più avanti, nel paragrafo delle cause che bloccano il piacere della donna.

2 – La donna, il piacere e la coppia

La coppia rappresenta, senza ombra di dubbio, un palcoscenico dove mettere in scena la sessualità. Un contenitore, consono o disfunzionale, per agire la vita intima e psico-relazionale della coppia stessa.
Una coppia che si fa gli sgambetti durante il giorno, che sarà collerica, disfunzionale e scarsamente empatica, a luci spente e sotto le lenzuola, non sarà mai una coppia sessualmente ludica o empatica.
L’armonia, l’odore di intimità e il tempo di qualità da dedicare all’erotismo, unitamente a un buon dialogo tra i coniugi, sono gli ingredienti indispensabili per una buona risposta orgasmica della donna (ovviamente in assenza di ulteriori disfunzioni sessuali in uno dei due o in entrambi i partner, o di ulteriori patologie).

Donne che non desiderano più. Perché?

Perché, a un certo punto, le donne – non tutte – smettono di desiderare i loro partner?
Da vari colloqui clinici con le mie pazienti posso affermare con certezza che i motivi sono spesso insiti al legame di coppia.
A volte il partner è cambiato: si è lasciato andare, ha preso peso, russa, è trascurato.
Altre volte quella che viene. A mancare è l’attrazione intellettuale.
Si tratta di coppie che smettono di parlarsi e anche di guardarsi. Che non si confrontano più e che il quotidiano ha preso il posto del sogno, della magia, della fantasia.
Elementi che contribuiscono a bloccare il desiderio sessuale femminile:

  • i litigi frequenti con il partner
  • la mancanza di attenzione da parte del partner
  • la mancanza di tempo di qualità e di condivisione
  • la scarsa igiene personale del partner. Uomini che rincasano e non fanno la doccia, trasandati e travisati
  • un partner che beve troppo, capita che l’alcol diventi un compagno di vita di alcuni partner
  • la mancanza di sorprese, di creatività e di iniziativa nella vita e sotto le lenzuola
  • la violenza verbale e fisica, e la mancanza di rispetto
  • il partner che si addormenta subito dopo aver fatte l’amore, alla lunga evita abbandono e trascuratezza

Tipi di orgasmo femminile

Orgasmo femminile, varie correnti di pensiero, ma un unico orgasmo. C’è chi sostiene che la risposta orgasmica femminile non sia di fondamentale importanza, anzi addirittura opzionale. L’orgasmo femminile non correla con l’aspetto evolutivo, quindi con la prosecuzione della specie, così, per tal motivo, anche la sua assenza non è un indicatore di un disguido sessuale. C’è chi, in culture lontane dalle nostre, amputa alle donne parti degli organi sessuali, praticando la clitoridectomia, al fine di evitare che la donna possa provare piacere sessuale, per determinare così la sua totale sottomissione al maschio. pratica tanto aberrante quanto frequente.  L’obiettivo rimane  una sessualità finalizzata al solo concepimento, avulso totalmente dal piacere sessuale. In realtà, nonostante i luoghi comuni sul piacere femminile, l’orgasmo è davvero indispensabile per la salute sessuale della donna.

Orgasmo femminile come esplosione, orgasmo come espansione

Descrivere la risposta orgasmica femminile è davvero molto complesso. Ci sono quelli intensi, struggenti, indimenticabili e quelli tiepidi, ginnici, solitari (anche se in coppia). La sessualità maschile per la sua caratteristica di esteriorità viene detta una “sessualità d’organo”, quella femminile invece, “di mucosa”, proprio per la sua caratteristica di interiorità.
Secondo questa dicotomica scissione, l’orgasmo femminile – quando è presente e quando viene amplificato dal trasporto emozionale ed erotico – viene definito un orgasmo di espansione. Quello maschile, d’esplosione.

Orgasmo clitorideo e orgasmo vaginale

Dell’orgasmo femminile si è tanto parlato e anche sparlato:
 chi non lo riteneva indispensabile perché non correlato alla fecondazione, quindi opzionale; chi lo riteneva esclusivamente relegato all’aspetto affettivo e di coppia. Secondo questo principio donne sole o non innamorate venivano dispensate dal piacere; chi ancora lo distingue in orgasmo di serie A, quello vaginale, della donna matura e coniugata, e orgasmo di serie B, quello clitorideo, acerbo e nevrotico.

Occuparsene, scientificamente, è senza dubbio il miglior modo per dare tempo e spazio al piacere sessuale femminile.

Durante la mia pratica clinica quotidiana mi trovo spesso a rispondere a frequenti domande sulla la sessualità femminile, in particolar modo relative alla risposta orgasmica della donna, e mi accorgo che c’è davvero tanta confusione tra la realtà clinica e i falsi miti che aleggiano sulla sessualità femminile. Queste sono senza dubbio le domande più frequenti:

  • L’orgasmo femminile è vaginale o clitorideo?
  • Uno rappresenta un orgasmo maturo, mentre l’altro di seconda classe?

Molti uomini tentano invano di trovare punti magici, come il famigerato punto G, nei corpi delle loro donne, che aiutino a raggiungere orgasmi facili e intensi.

Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, effettuava un distinguo netto tra i due orgasmi: quello clitorideo veniva considerato un orgasmo nevrotico e acerbo, tipico di personalità immature; quello vaginale, era invece il solo orgasmo possibile, sigillo di una sessualità adulta. Nella realtà clinica, non esiste questo distinguo, è differente il tipo di stimolazione che si attua per ottenerlo, ma non l’orgasmo.

Orgasmo clitorideo

La zona clitoridea è indubbiamente fortemente innervata, pertanto procura un orgasmo più immediato.

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Orgasmo vaginale

L’orgasmo ottenuto con la penetrazione, è più lento ad arrivare, ma si ha ugualmente un coinvolgimento indiretto della zona clitoridea, a seconda delle posizioni adottate, in ogni caso con la contrazione delle fasce muscolari circostanti.

L’universo femminile, appare talvolta misterioso e sconosciuto anche per le donne stesse; c’è un grande livello di confusività sui meccanismi psichici e fisici responsabili della risposta orgasmica nella donna. Le adolescenti e le giovani donne, non ancora esperienti, non hanno l’opportunità di trarre informazioni scientificamente veritiere e fruibili da un eventuale percorso di educazione sessuale, appaiono spesso spaurite e terrorizzate dal non riuscire a provare piacere durante un rapporto sessuale.

Video intervista sull’orgasmo femminile

Come raggiungere l’orgasmo, fattori inibenti, fattori facilitanti

Ai fini di un corretto inquadramento diagnostico, vanno indagati e approfonditi i seguenti ambiti, ai fini di una corretta e adeguata risposta orgasmica femminile:

  1. valutare se  la prima fase della risposta sessuale, cioè la fase del desiderio, è presente e conservata.
  2. valutare se la seconda fase della risposta sessuale, cioè quella dell’eccitazione, caratterizzata dalla lubrificazione vaginale e dalla tumescenza di piccole, grandi labbra e della zona clitoridea, è presente e viene mantenuta durante tutto il tempo del rapporto sessuale.
  3. valutare  se è presente dolore sessuale o se sono presenti pregresse disfunzioni sessuali sia della donna (come vaginismo, dispareunia, calo del desiderio sessuale) che del partner (come eiaculazione precoce, deficit erettivo, calo del desiderio sessuale, anorgasmia coitale).
  4. valutare se la donna presenta un quadro di  comorbidità con altre patologie psichiche (depressione, fluttuazioni del tono dell’umore, sindrome premestruale, ansia, ecc…) o fisiche.
  5. valutare se è in corso un eventuale utilizzo di terapie farmacologiche o terapia ormonale.
  6. conoscere e
    investigare gli “stili di vita” e gli “stili di coppia”.
  7. investigare le dinamiche correlate all’autoerotismo, conoscere se è presente, funzionante e funzionale a una possibile forma di appagamento, oppure è del tutto assente.
  8. conoscere la relazione di coppia nella quale abita la donna, se caratterizzata da una dimensione di conflittualità, incomprensione o solitudine emozionale.
  9. investigare l’ambito dell’immaginario erotico, mediante l’analisi dello scenario fantasmatico e il suo possibile utilizzo sotto le lenzuola. Analisi di secondo livello della anamnesi psico-sessuologica.
  10. valutare se l’anorgasmia è primaria, ha sempre fatto parte della vita della donna, o secondaria, se è insorta solo in un secondo momento storico. Può anche essere situazionale, quando si manifesta solo con un particolare partner, oppure, assoluta, se è sempre stata dolorosamente presente.

Erotismo diffuso e piacere sessuale femminile

La mappa corporea del piacere femminile è totalmente differente da quella maschile. L’erotismo femminile è, indubbiamente, più diffuso su un continuum corporale, e meno localizzato sui genitali, esterni e interni. L’erotismo maschile, così come la mappa corporea associata all’eccitazione e alla risposta orgasmica, oltre che essere più di tipo meccanico, è notevolmente circoscritto alla zona pelvica.

Come si manifesta e quanto dura un orgasmo femminile

Orgasmo femminile - piacere della donnaMolte donne non hanno consapevolezza di avere un orgasmo. Mi chiedono cosa si prova quando arriva l’orgasmo. Quanto dura e come si manifesta.
Spiegare e raccontare un sentire soggettivo è davvero complesso, ma in ogni orgasmo ci sono dei segnali comuni a tutte le donne. Molte donne sentono una sensazione di calore che attraversa il basso ventre, associata all’apice del piacere che sfocia poi, nelle contrazioni ritmiche dei muscoli che circondano la vagina. 
Donne più mature sessualmente riconoscono altre sensazioni:

  1. le contrazioni dei piccoli muscoli che stanno sottopelle, una sensazione di pulsazione da stimolazione clitoridea.
    Trattasi della contrazione dei muscoli ischio-cavernosi, due piccoli muscoli, posti al di sotto delle piccole labbra, che ricoprono i corpi cavernosi bulbo-vestibolari, cioè le strutture specializzate che si riempiono di sangue durante la seconda fase della risposta sessuale: l’eccitazione.
  2. ci sono poi, le contrazioni un più profonde ed intense, date dal grande muscolo elevatore dell’ano.

L’orgasmo femminile, però, rimane misterioso, difficile da descrivere e da raccontare. Può essere veloce e intenso per alcune donne, prolungato o multiplo, per altre.

Orgasmo multiplo femminile

L’orgasmo femminile, si può imparare
Sottotitolo volutamente provocatorio che vuole scuotere le coscienze delle donne che hanno buttato la spugna.
Moltissime donne durante la loro crescita psico-sessuale, sperimentano la sgradevole e confusiva sensazione correlata all’incapacità di raggiungere l’orgasmo. In realtà ogni donna può diventare orgasmica e sperimentare l’esperienza dell’orgasmo multiplo.
Per molte sembra un miraggio. Per altre rappresenta un faticoso percorso a ostacoli. Altre oscillano tra auto-erotismo e coppia.
Altre ancora, sembrano destinate a un’obbligatoria finzione per evitare destabilizzanti e inquietanti liti con il partner.

E, per concludere, alcune donne pensano che la soluzione migliore sia la rinuncia.

La percentuale di donne che soffrono di “anorgasmia coitale” è in crescente aumento, ma è veramente raro che questa disfunzione correli con patologie organiche o anomalie degli organi genitali. La conoscenza di sé, l’educazione emozionale e sessuale (assente in casa e a scuola) sono sicuramente i pre-requisiti per il raggiungimento di un buon rapporto con la propria fisicità, sensorialità, sessualità,  immaginario erotico.

La donna non nasce orgasmica, ma orgasmica diventa.

L’orgasmo femminile non è meccanico e idraulico, ma necessita di un percorso di conoscenza profonda di psiche-soma e relazione in cui la sessualità dimora. Tante donne mi scrivono afflitte e sconfortante dicendomi che fare l’amore dovrebbe esser qualcosa di istintivo, di naturale, di fisiologico, ma in realtà non è affatto così. Una donna che non si conosce sessualmente, che non conosce la “geografia corporea del proprio piacere”, ma spera ed immagina che l’uomo lo possa fare per lei, coltiva false e vane aspettative. La finzione poi, così come la classica cefalea evitante l’intimità, non fanno altro che rinforzare la problematica. Una chiara ed empatica comunicazione, sulla sessualità e sul piacere, credo sia la strada maestra per poter coinvolgere il partner verso la scoperta del piacere di coppia.

Vediamo cosa accade realmente: donna, maturazione femminile, orgasmo

La disamina della risposta orgasmica femminile non può essere effettuata con modalità avulse dalla “donna”, dalla sua psiche e soma, e dalla relazione in cui la sessualità abita. Il raggiungimento di una fisiologica fase eccitatoria centrale e di quella del successivo orgasmo è condizionato da un adeguato sviluppo psichico e psico-sessuologico, dall’assenza di traumi psicosessuali e di conflittualità relazionali, da una integrità di organi e apparati preposti al raggiungimento e mantenimento della fase eccitatoria e dell’orgasmo, dall’assenza di fattori iatrogeni di tipo medico e/o chirurgico. Tra l’altro, è arduo se non impossibile, descrivere cosa sia l’orgasmo femminile e affermare se una donna lo raggiunga o meno, dal momento che non esistono parametri fisiopatologici in grado di valutare oggettivamente questo evento e soprattutto, manca una sua definizione soggettiva univoca, ma correla con variabili psichiche e soprattutto relazionali.

Mancanza d’orgasmo: l’anorgasmia coitale

La mancanza dell’orgasmo femminile è una disfunzione sessuale detta in clinica “anorgasmia coitale”.
Vediamo insieme qualche esempio:

  • Chi non prova piacere.
  • Chi ha difficoltà di lubrificazione.
  • Chi lamenta una letargia del desiderio.
  • Chi invece, la mancanza d’orgasmo vera e propria.
  • Chi non si conosce sessualmente.
  • Chi non ha mai praticato l’autoerotismo.
  • Chi ha un partner con disfunzioni sessuali non diagnosticate e curate.
  • Chi invece, ha smesso di amare.

Fare di tutta l’erba un fascio non è possibile, così quando si tratta di sessualità diventa obbligatorio andare per gradi ed effettuare una scrupolosa diagnosi differenziale di tipo psico-sessuologica.

Quando manca l’orgasmo, cosa sarebbe più utile fare?

Se una donna ha difficoltà a raggiungere l’orgasmo con il partner, dovrebbe, a mio avviso, affrontare questa difficoltà, senza pudore e senza paura di ferire il partner, o timore di farlo sentire inadeguato. Una buona armonia di coppia e un buon livello di comunicazione, aiuta le donne a risolvere alcune difficoltà associate all’anorgasmia coitale. Molti uomini non conoscono bene l’anatomia e le sessualità femminile. Affrontare questi argomenti, all’interno della coppia, o nei casi più severi con un sessuologo, può far ritrovare alla coppia una buona e appagante sessualità.

Problemi nel raggiungere l’orgasmo: dall’orgasmo difficile all’anorgasmia coitale

Problemi di natura fisica: rari, ma possibili

Orgasmo, assenza di orgasmo, e salute della donna
Vi sono situazioni nelle quali, come spiega David Edwards, membro della British Society for Sexual Medicine, il non raggiungimento del piacere sessuale può essere invece campanello d’allarme di condizioni mediche importanti non ancora diagnosticate: una scarsa lubrificazione vaginale potrebbe essere, a esempio, la presenza di una forma di diabete non ancora emersa. Il giornale inglese inoltre, dedica un ampio spazio ai fattori psicologici che giocano un ruolo fondamentale nell’anorgasmia femminile. L’orgasmo femminile abbiamo visto essere strettamente correlato ad un’infinità di fattori: biologici, ormonali, psichici, relazionali. La donna non deve soffrire di problematiche uro-ginecologiche, come per esempio, cistiti recidivanti, vaginiti, infiammazioni, infezioni o dolore sessuale; situazioni di grande stress psico-fisico per la donna.
Esistono, inoltre, dei fattori oggettivi che danneggiano e compromettono il raggiungimento dell’orgasmo: l’assunzione di alcuni farmaci, come gli anti-depressivi e l’assunzione di alcolici che possono avere un effetto analgesico e sedativo: bloccano gli impulsi sensoriali e ostacolando il percorso verso il piacere sessuale.

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Problemi di natura psicologica

La risposta orgasmica femminile è molto complessa e correla con tutta una serie di variabili intrapsichiche, emozionali e soprattutto relazionali che ne determinano il suo raggiungimento o la sua assenza.
Cosa blocca il raggiungimento del piacere nelle donne
Le più frequenti complicanze psico-sessuolgiche:

  • Lo spectatoring: si tratta di una sgradevole e disfunzionale attitudine all’auto-osservazione della sessualità che ne impedisce il naturale fluire e fruire (frequentemente presente anche nel deficit erettivo).
  • L’ansia da prestazione: nonostante il termine faccia immediatamente pensare alla sessualità maschile, l’ansia da prestazione è quell’ansia anticipatoria che danneggia e impedisce l’intimità. Più la donna, cercherà con modalità ossessive, di raggiungere il piacere sessuale, più questo diventerà chimerico, più sposterà la sua attenzione dal “percorso” alla “meta”, più questa diventerà irraggiungibile.
  • Il rapporto ambivalente con la fisicità: molte donne vivono un’ambivalente rapporto con la loro fisicità. Sono donne che si percepiscono brutte, goffe, in sovrappeso, inadeguate. Quest’ambivalenza amplifica la sensazione di inadeguatezza e fungere da catalizzatore d’ansia e diventa disagio sotto le lenzuola.
  • Educazione rigida e sessuofobica: un’assenza di educazione emozionale e sessuale, prepara il terreno ad una proliferazione di falsi miti correlati alla sessualità, di interpretazioni fantasiose e non aderenti alla realtà, inoltre dopo reiterate esperienze negative, la ragazza\donna si percepirà sempre più inadeguata e malata.
  • L’assenza di stimolazione clitoridea: non esiste in clinica differenza alcuna tra orgasmo vaginale e clitorideo; la stimolazione clitoridea, diretta o indiretta, correla sempre con la risposta orgasmica femminile.
  • Una coppia inadeguata: la coppia rappresenta il luogo simbolico deputato all’intimità, con le sue dinamiche, verbalizzazioni, empatia, aggressività, diversità, conflittualità e non rappresenta sempre il terreno adatto per poter concimare la sfera della sessualità.
    Molte volte l’anorgasmia viene detta anorgasmia situazionale, si manifesta cioè con alcuni partner e non con altri. Una relazione d’amore con caratteristiche di incastro perfetto
    è quella relazione che mette insieme le tre “C” correlate alla sfera dell’intimità: corpo, cuore e cervello.
  • Una disfunzionalità del pavimento pelvico. Un momento di fondamentale importanza nel raggiungimento  dell’orgasmo è la formazione della cosiddetta piattaforma orgasmica. Questo termine traduce un’area di vasocongestione vulvo-vaginale (engorgement) che si organizza nella fase di plateau ed alla cui formazione contribuisce l’aumento del tono della muscolatura superficiale perineale e quella del muscolo pubo-coccigeo, unità componente il muscolo elevatore dell’ano. Appare perciò evidente come una buona funzionalità della muscolatura del pavimento pelvico contribuisca alla fase eccitatoria di plateau e conseguentemente, al raggiungimento dell’orgasmo. Infatti, già nel 1952 Kegel riportava che il 40% delle donne con anorgasmia giunte alla sua osservazione, aveva una disfunzione del muscolo pubo-coccigeo.

Problemi di natura relazionale e di coppia

Orgasmo femminile e arti amatorie dell’uomo

La mancanza d’orgasmo può essere anche correlata con scadenti arti amatorie del partner.
In realtà la coppia diventa il palcoscenico dove mettere in scena una sessualità sana o disfunzionale, quindi la disamina della coppia diventa uno strumento di grande importanza clinica. L’anorgasmia correla anche con l’assenza di educazione emozionale e sessuale, con un’educazione sessuofobica, con problematiche psichiche o psichiatriche e con tantissimo altro da dovere sempre analizzare quando si trattano tematiche complesse come la sessualità femminile.

Il ruolo della “relazione di coppia” nel raggiungimento dell’orgasmo femminile

Una coppia conflittuale, scarsamente empatica, non supportiva, con elementi al suo interno di scarsa conoscenza dell’altro\a, non sarà una buona coppia durante l’intimità. Elementi da non sottovalutare, al fine di un’adeguata risposta orgasmica, sono la dimensione della “fiducia nei confronti del partner”, dell’empatia e del contenimento mentale, emozionale e sessuale, la dimensione ludica, del gioco, dell’attesa. Elementi spesso sottovalutati o assenti. Questi elementi dovrebbero essere sempre presenti durante l’intimità ed andrebbero sempre sostituiti al controllo pulsionale e passionale, all’ansia da prestazione, all’incapacità nel lasciarsi andare, all’inseguimento della “meta”, piuttosto che al piacere dato dal percorso.
Esistono donne anorgasmiche con un partner e multi-orgasmiche con altri partner?
Donne che riescono ad accedere alla complessa sfera del piacere in perfetta solitudine e non con il partner?
La risposta è si.
La “dimensione relazionale” è un elemento di fondamentale importanza, che caratterizza sia la funzionalità che la disfunzionalità della sessualità femminile: fase del desiderio, fase dell’eccitazione e fare orgasmica dipendono fortemente dalla coppia in cui la sessualità dimora.

Problemi di natura culturale e religiosa

Per analizzare la sessualità, non soltanto femminile, dobbiamo analizzare le sue tre componenti:

  1. biologica
  2. psicologica
  3. culturale.

Tutte e tre vanno diagnosticate dal ginecologo e dal sessuologo clinico, figure professionali complementari tra di loro. Una delle tre componenti, o tutte e tre, possono essere compromesse e compromettere a loro volta la sessualità, causando il disturbo – anorgasmia – e mantenendolo immodificato nel tempo.
I fattori culturali e religiosi hanno un peso determinante, e giocano un ruolo decisivo, sia a favore che contro il piacere sessuale della donna. La cultura e il credo religioso hanno un peso specifico davvero notevole sulla sessualità femminile.
Alcune donne infibulate, per esempio, possono avere una buona capacità orgasmica perché inconsciamente aderiscono al volere culturale della loro tribù di appartenenza. La mutilazione fisica che gli viene inflitta, può anche conservare una parte del clitoride, il plagio culturale, religioso e sociale a cui sono state sottoposte le donne sin da bambine, le fa sentire adeguate, proprio perché infibulate.

Sappiamo anche che la religione cattolica, intesa nel senso più asfittico e sessuofobico del termine, è strettamente correlata al vaginismo.

Cosa fare nel caso dell’orgasmo perduto?

Qualche suggerimento: mantenere dei sani stili di vita, fare sport, abitare una coppia che non sia già disabitata da tempo, non avere vergogna o pudore nel denunciare la mancanza dell’orgasmo femminile, non mentire sotto le lenzuola, e chiedere aiuto. Sempre!
Le cure ci sono e, solitamente, sono risolutive. In caso di orgasmi difficili, tardivi, o assenti, rivolgersi a un sessuologo clinico, la figura professionale più indicata per curare la sessualità. Sconsiglio caldamente le figure professionali non formate per la cura delle disfunzioni sessuali. La donna perde tempo prezioso, spende soldi in vano, si percepisce irreversibilmente ammalata e diversa.
Una vita senza piacere, ed una coppia senza sessualità, sono candidate alla sofferenza ed al disagio esistenziale.

Falsi miti correlati alla sessualità femminile

  1. La risposta orgasmica è condizionata dalle pregresse relazioni di coppia, il passato relazionale e sessuale di ogni donna crea funzionali o disfunzionali “apprendimenti sessuali”  che il corpo, e la psiche poi, tenderanno a riproporre come copioni già collaudati.
  2. Il partner, se pur attento, empatico e navigato sul piano sessuale, avrà difficoltà a far raggiunge l’apice del piacere alla propria donna, necessita di essere guidato ed indirizzato, almeno all’inizio della loro intimità. Dare a lui il peso e la responsabilità del piacere femminile, è un processo di deresponsabilizzazione, che avviene spesso sotto le lenzuola.
  3. L’amore, se pur un afrodisiaco potente, può facilitare il desiderio sessuale, innalzando la colonnina del barometro verso l’alto, ma non correla con l’orgasmo. Spesso, invece, il livello elevato di coinvolgimento, le elevate aspettative correlate al rapporto, il desiderio di compiacere l’altro e di donare a lui il proprio orgasmo, crea nelle donne una possibile “paralisi emotiva e sessuale”.
  4. Non esiste differenza tra orgasmo vaginale, creduto in passato di serie A e orgasmo clitorideo, vissuto e letto come di serie B

Sessualità femminile e coppia. Quando il tempo impolvera il piacere

Chi si nasconde nella tenerezza non conosce il fuoco della passione
Alda Merini

Il tempo, come sappiamo, fa transitare la coppia in una dimensione di noia, di assuefazione al mondo dell’altro e, talvolta, porta con sé, una folta schiera di amanti, una mancanza cronica di cure e di attenzioni, e un possibile calo del desiderio, o desiderio sessuale ipoattivo.
L’orgasmo della donna risente, molto di più di quello maschile, della qualità del legame con il partner in particolare, dello scambio mentale, emozionale, cognitivo e della qualità di vita in generale.

La donna, il piacere e l’immaginario erotico

L’utilizzo della fantasia o dell’immaginario erotico è una validissima strategia per mantenere in vita e amplificare il desiderio sessuale.
La fantasia è una vera risorsa immaginativa, una sorta di spezia da adoperare su tutte le pietanze dell’amore.

A letto…con fantasia, il potere dell’immaginario erotico

Il piacere carnale più intenso, goduto senza fretta in un letto disordinato e clandestino, combinazione perfetta di carezze, risate e giochi della mente, sa di baguette, prosciutto, formaggio francese e vino del Reno.
Isabel Allende

Per fantasia non si intende soltanto l’utilizzo dell’immaginario erotico tra le lenzuola, ma anche la possibilità di giocare con l’immaginario per vivere poi, una sessualità fantasiosa, ludica, giocosa. Una sessualità che abiti la stanza dei giochi e del piacere, e non dell’obbligo.

Orgasmo, piacere e riproduzione

Dal punto di vista storico la sessualità femminile è sempre stata strettamente ancorata alla sfera della procreazione, le donne in passato, non avevano accesso alla dimensione del piacere, se non con il solo scopo di procreare. Il tempo, la rivoluzione sessuale e la pillola contraccettiva, hanno totalmente cambiato l’approccio alla sessualità delle donne, facendole approdare verso una nuova forma di consapevolezza psico-corporea e relazionale.

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Orgasmo femminile: dall’orgasmo recitato a quello misurato

I segreti del piacere femminileDimentichiamo immagini arcaiche di donne urlanti e falsamente appagate, adesso, saranno soltanto dei lontani ricordi. Dimentichiamo immagini di donne insoddisfatte e tristi, confuse ed infelici. L’orgasmo femminile non sarà più chimerico ed irraggiungibile, ma una meta perfettamente raggiungibile, e anche misurabile.
La scienza scende in campo, e decide di aiutare le donne. Nasce infatti l’orgasmometro, un test per misurare il piacere della donna, in netta antitesi con i pregressi orgasmi recitati ed inesistenti. Adesso saremo in grado di dare un voto – una sorta di pagella – all’orgasmo femminile: da uno a dieci. L’orgasmometro è stato messo a punto dai ricercatori italiani, presentato durante il congresso della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, svoltosi a dicembre a Roma. L’orgasmometro è stato convalidato su oltre 500 donne con e senza disturbi sessuali.
Diamo qualche numero, e cerchiamo di capire come si fa ad ottenere un bel dieci in pagella!
In realtà, il punteggio del test va da uno a dieci, ed è stato verificato che un punteggio inferiore a cinque correla con una minore capacità di sperimentare il piacere e con una maggior probabilità di sperimentare disagi sessuali.
Ci sono però, luci ed ombre su questo strumento di valutazione.
Chi si occupa di sessualità femminile sa bene che nel valutarla ci si addentra nelle sabbie mobili della scientificità, e che nessun orgasmo – intenso, meno intenso, intra-coppia, fedifrago, o recitato – può davvero essere quantizzato.
Analizzare, valutare e quantizzare l’orgasmo della donna è davvero molto complesso, trattasi di una sessualità di mucosa e non d’organo, dalla faticosisisma lettura.
Dare un punteggio ad un sentire però, è veramente difficile, tra l’altro, immagino che, monitorare una funzione spontanea, potrebbe contribuire ad inibirla.

Conclusioni

La donna, la sua coppia e la sua vita emozionale e sessuale sono ambiti a me molto cari, che giorno dopo giorno, nutro, approfondisco e custodisco tra libri, appunti, pc e pratica clinica, ai fini di poter restituire alla donna e alla sua coppia qualità di vita e salute sessuale.
Ricapitolando: visita medica e terapia psico-sessuologica sono la strada per poter pervenire alla risoluzione del problema.
È importante chiedere aiuto  per sé stessi – per il proprio benessere psico-fisico – ma anche per salvaguardare la propria relazione, perché le difficoltà sessuali hanno inevitabili ripercussioni sulla vita di coppia rompendone gli equilibri.
Spesso capita che un muro di imbarazzo o di vergogna obblighi la donna anorgasmica a non riconoscere il problema e, dunque, a non rivolgersi ad un sessuologo clinico.
Il piacere è sempre sentinella di vita, smarrirlo o non conoscerlo, danneggia gravemente la donna e la sua coppia.
Chi soffre di anorgasmia deve riappropriarsi del piacere, della qualità di vita e della salute di coppia, non permettendo all’anorgasmia di corrodere  l’amore, la psiche e anche il più saldo dei legami d’amore.

Bibliografia

  • “Sessuologia Medica. Trattato di psicosessuologia e medicina della sessualità”
  • Emmanuele A. Jannini, Andrea Lenzi, Mario Maggi Elsevier Masson; Milano, 2007
  • Capiolo 28: Fisiologia dell’orgasmo femminile. F.Pirozzi Farina, G. Morgia, pag. 119-124
  • Kaplan HS. The new Sex Therapy. Bailliere, Tindall, London, 1974.
  • Basson R. The female sexual response: A different model. J Sex Marital Ther 2000
  • Jannini EA, d’Amati G, Lenzi A. Histology and Immunohistochemical Studies of Female Genital Tissue. In: Goldstein I et al. (Eds.) Women’s Sexual Function and Dysfunction: Study,
  • Diagnosis and Treatment. Taylor and Francis, London, 2006
  • “I codici del piacere”- Austoni, Zatti Franco Angeli, collana di psico-sessuologia
  • La salute sessuale del terzo millennio- Dichiarazione e documento tecnico. FISS- WA (federazione italiana sessuologia scientifica, Word association for sexual health)
  • “Sessualità: usi e costumi degli italiani sotto le lenzuola” Valeria Randone – Kimeric 2011.
Spezzone di una consulenza

La storia di Giovanna e del suo orgasmo sconosciuto

Il secondo sabato del mese di dicembre dello scorso anno, ricevetti una telefonata da una voce di donna che chiedeva un appuntamento per una consultazione sessuologica. Il tono di voce era lapidario e richiedente. La signora mi disse dal primo momento che al primo colloquio doveva essere presente il marito, senza il quale non ci saremmo potute incontrare. Programmammo un appuntamento in funzione del tempo e dello spazio del coniuge, vero protagonista e unico interessato alla consultazione. La telefonata conteneva in sé dei chiari elementi rivelatori di disagio e sabotaggio al possibile appuntamento: era sabato, giorno in cui solitamente non si richiede un appuntamento, ed era dicembre, a ridosso delle festività natalizie, elementi che facevano trasparire il non-desiderio e comunque la resistenza nell’approcciare le difficoltà da parte della paziente. Da lì a breve, ricevetti la coppia, assecondando le bizzarre richieste temporali della signora, miste a meccanismi di difesa e a chiara paura dell’incontro. Citofonò il marito, fornendo il proprio cognome, ed entrarono in studio facendomi intravedere sin da subito molto della loro coppia.
Il marito, un affermato professionista romano, camminava con passo sicuro, alternando falcate certe e decise a un tono di voce alto e monocorde. Aveva lo sguardo fiero, quasi provocatorio, e un abbigliamento ricercato e raffinato, che poco diceva del suo mondo interiore. La moglie stava un passo indietro a lui, seguendolo con sottomissione mista a devozione. Aveva lo sguardo basso,
liquoroso, che lasciava trasparire dolore, tristezza e rassegnazione. Al loro ingresso, la signora non mi strinse la mano, mostrandosi riservata e schiva, profondamente diffidente verso un possibile percorso terapeutico che avrebbe investigato “altro” rispetto all’esclusivo aspetto organico delle loro difficoltà. Decisi di riceverli contemporaneamente, valutando le resistenze psichiche della signora e l’assenza di motivazione alla consulenza, già palesata durante la pregressa telefonata. Durante il primo colloquio, le dinamiche di coppia iniziarono immediatamente a delinearsi: lei dimessa, nella vita e nella coppia, riservata e asettica sul piano emozionale, con una sintomatologia di dolore sessuale detta “dispareunia” e assenza di risposta orgasmica durante il rapporto. Lui, il ministro degli esteri della coppia, era un uomo potente, aggressivo, colpevolizzante e ingombrante, che sin dalle prima battute accusò la moglie di essere algida sotto le lenzuola, dura, immobile e con scarso interesse sessuale nei suoi confronti, facendolo sentire inutile, poco seduttivo e pessimo amante. Avevano avuto il mio recapito dal ginecologo della pazien- te, che, non avendo rilevato nulla di anomalo a livello organico, aveva suggerito una consulenza psico-sessuologica. La signora proveniva da una famiglia d’origine rigida, anaffettiva, estremamente cattolica. Non aveva ricevuto alcuna educazione emozionale e sessuale, e durante l’adolescenza aveva perso il padre, figura di estremo riferimento all’interno del nucleo familiare: l’unico che, a detta della paziente, che parlasse di emozioni e sentimenti, che la coccolasse, accarezzasse e addormentasse tutte le sere. Il dolore della perdita fu atroce e non fu mai elaborato del tutto, così, in fase di crescita, per fuggire alle arroganti manipolazioni della figura materna, decise, con motivazioni esclusivamente razionali, di sposare l’attuale marito, perché a detta di tutti era un buon partito, un professionista affermato e appartenente ad una famiglia siciliana di grande valore sociale ed economico.
Le difficoltà relazionali e sessuologiche si manifestarono subito. L’idea che lei aveva del marito non aderiva affatto alla realtà. Era infatti il contraltare dell’immagine paterna: rigido, assente, scarsamente accuditivo, manipolativo, lasciava poco spazio all’espressione dei sentimenti e alle recondite emozioni, sia proprie che della moglie. Nonostante le difficoltà sessuali, ebbero dei figli, che spostarono del tutto le loro attenzioni dalla coppia alla
famiglia, dal talamo dolente e inappagante ai doveri familiari e coniugali. Nel tempo, la loro coppia diventò un palcoscenico dove mettere in atto rappresaglie verbali, non-verbali, manipolazioni, dolori psichici e corporei, e ovviamente si- lenzi e rifiuti sessuali da parte della signora.
Alla fine del nostro primo colloquio, momento simbolico deputato all’accoglienza, alla sospensione del giudizio e alla custodia delle informazioni reali ed emozionali della coppia, la signora, colta da grande empatia, nel salutarmi mi strinse la mano e, con tono sommesso, mi disse: “Piacere, Giovanna!”. Dai successivi colloqui individuali emersero reiterati tradimenti da parte del marito, che, anche se scoperti, venivano adoperati per colpevolizzare ulteriormente la moglie per l’assenza di desiderio sessuale e iniziativa. Lui diceva di sé stesso di essere un valido amante e un uomo potente, e gli attacchi acuti alla sua fisicità e sessualità da
parte della moglie danneggiavano il suo narcisismo e la sua potenza sessuale e sociale. Ogni tradimento, era lecito, giustificato, quasi indispensabile. Dopo circa un paio di mesi di colloqui, Giovanna aveva già sollevato lo sguardo, aveva imparato a leggersi dentro e aveva compreso i meccanismi che avevano caratterizzato l’assenza del suo desiderio e, soprattutto, la presenza del dolore sessuale. Un lunedì mi chiamò il marito, dicendomi che la moglie aveva contratto la polmonite e che avrebbe sospeso le sedute, per riprenderle in seguito, forse, a data da destinarsi.

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