Agosto, il mese più freddo dell’anno

Agosto, il mese più freddo dell'anno

Ad agosto tutto cambia. Ed è proprio vero che non ci sono più le mezze stagioni, nemmeno dell’anima.
Il tanto agognato mese d’agosto, un mese di mezza via tra le fatiche della prima parte dell’anno, le ultime maratone lavorative e le acrobazie del quotidiano, è un mese che fa paura. Anzi, atterrisce.
Agosto è il mese più freddo dell’anno, insieme a dicembre. È un mese che contiene solitudini mascherate e SOS psichici e del cuore.

Agosto è un mese di promesse non mantenute e di bilanci

La sveglia che rompe il silenzio non ha motivo di suonare, il silenzio minaccia con i suoi contenuti inesplorati, o esplorati e ignorati.
Agosto è il mese del canto delle sirene, dell’illusione di luglio e della disillusione di settembre.
Agosto non porta con sé il tempo della fretta e del cemento ma è un portatore sano di lentezza, di tramonti e di orizzonti infiniti.
Immagini così profonde ed emozionanti che per le anime infrante o traballanti rappresentano più una minaccia che un premio.
Agosto è il mese dell’ascolto in assenza di rumori, della minaccia di quanto è stato ignorato correndo, maldestramente sepolto come la polvere sotto il tappeto.
Agosto è il mese della crema solare distrattamente spalmata sulla schiena da un marito già altrove da tempo (e viceversa).
Di una moglie frustrata e delusa che non sceglie di andare via per amore dei figli, nel ricordo di quando è stato e non è più.
Agosto è il mese dei pasti condivisi e rallentati, degli occhi negli occhi, senza l’alibi della fretta e del rientro a lavoro postumo.
È il mese degli amanti che si separano, delle email che non arrivano, di whatsapp sprovvisto di cuori lampeggianti, di tanti messaggi di buongiorno e altrettanti messaggi di buona notte.
È il mese del freddo dell’anima e del tutto amplificato.
Agosto minaccia i cuori sofferenti, le coppie in crisi, gli infelici e i soli, i diversamente giovani, gli amanti e i cani.
Ad agosto, spesso, fa buio presto.
Cosi, le diciannove di sera, con il sole che ancora non tramonta, ammanetta alla vita e al freddo dell’anima.

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Agosto è un giorno rosso che dura trentuno giorni ininterrotti

Ad agosto si ferma tutto: il lavoro, gli impegni, il telefono non squilla più, le email si diradano.
Il tempo si dilata ma non si ferma.
Così, agosto, si posa su tutte le nostre attività, le ricopre, le abbraccia così tanto sino a soffocarle.
Agosto è il mese che ci obbliga a spegnere le luci esterne e accendere quelle interne per ascoltare la nostra anima.
È il mese del digital detox, delle vacanze – di gran moda – senza connessione.
Disconnessi per scelta, con l’improbabile proposito di una buona condotta a termine, per comprendere se siamo ancora in grado di emozionarci davanti a un tramonto, se riusciamo ancora a condividerlo soltanto con chi è al nostro fianco e non online dall’altra parte del web con perfetti sconosciuti.

Uno sguardo alla coppia. Coppie in equilibrio, tra agosto e ferie

Come ho più volte scritto, gli amanti nutrono il matrimonio, ovviamente altrui.
Ad agosto, in prossimità delle vacanze familiari, l’amante – soprattutto se trattasi di un amante cronico – viene temporaneamente estromesso dal ménage familiare, per evitare incidenti di percorso o email struggenti della buona notte quando l’amato e in compagnia della moglie e dei figli, e viceversa.
Questa lacerazione altera gli equilibri: della coppia di amanti e della coppia composta da marito e moglie.
Appare all’orizzonte la tensione, la frustrazione, e i nodi – della coppia coniugata e dell’amante che non sceglie – vengono al pettine.
Tutti, senza esclusione di colpi.
Ancor di più se la coppia è sprovvista di figli piccoli da accudire e da addormentare o consolare in piena notte.
Niente più alibi, né cellulari che squillano né corse repentine e strategiche in ufficio, o turni di notte. Niente di niente.
La coppia si ritrova da sola, e per di più in vacanza, con dinanzi un tramonto piuttosto che una email.

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Vediamo cosa accade

Cambiano gli scenari ma non i protagonisti, ma la colonnina della tensione e del malumore cresce a dismisura.
Coppie funzionali e funzionanti da lunedì a venerdì, da gennaio a luglio, diventano conflittuali, annoiate e colleriche il sabato e la domenica e durante le ferie, pur rimanendo gli stessi attori protagonisti del legame di sempre.
Non stiamo parlando di partners meteoropatici, allergici al riposo, ma di coniugi in equilibrio tra l’affettività diluita dalla convivenza, la sessualità intermittente – concimata altrove -, e le vecchie, care conoscenze: la noia, la mancanza di un dialogo empatico e il bisogno di trasgressione.
Il tempo della vacanza è un tempo investito da tantissime aspettative: riposo, divertimento, tempo per sé, per la coppia e per la famiglia, e tantissimo altro.
Un “altro” che può coabitare difficilmente all’interno della stessa, tanto agognata, vacanza.
La suddivisione del tempo vacanziero non è dalla facile e matematica risoluzione.
È un tempo che alterna fusione a distanza fisica ed emotiva, ad aspettative di un tempo comune.
Quando i pazienti mi scrivono in agosto li invito a riflettere sulla loro “reale richiesta d’aiuto”, se trattasi di un malanno transitorio da stesso ombrellone, oppure trattasi della manifestazione di un disagio più profondo che lo stesso ombrellone ha prepotentemente fatto emergere.

Ricapitolando: agosto obbliga ai bilanci e alle richieste d’aiuto.
Quando tutto si ferma, il buio dell’anima diventa più nero e inizia a fare freddo. Anche e soprattutto ad agosto.

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