Cambio vita: la mia fattoria. Memoria di una metamorfosi

Ai sogni che si avverano

Vi siete mai innamorati di un terreno?
Più precisamente di un frutteto?

Io sì. Non pensavo potesse accadere, e invece mi sono sentita perdutamente rapita da ogni foglia, ogni raggio di luce, ogni frutto e ogni scorcio dell’Etna e del mare siciliano.

Quando tutto ebbe inizio

“Scusi, fate la pizza vegana? E quella senza glutine? Ma quando aprite?” Mi chiede un passante sostando dinanzi al cancello della mia nuova fattoria.
“Nessuna pizza e nessuna pizzeria”, rispondo io trafelata e sudata mentre sistemo le piante e scarico pietre e fieno.
“Questa non è un’attività, ma è un prolungamento della mia casa e del mio cuore”.
Siamo abituati a pensare che il bello debba corrispondere a un ritorno economico, a una immediata speculazione.
Abbiamo interiorizzato il messaggio che investire in fatiche e in denaro ha senso soltanto se possiamo rimpinguare il nostro conto corrente.
Tutto ciò che fa bene al cuore e ai sensi, e non al conto, sembri non avere motivo di esistere.

Ho fatto una scelta che mi faceva paura. La chiamata del Daimon

I sogni non sono altro che chiamate del Diamon, destabilizzanti e tormentanti, e vanno ascoltati e riconosciuti per cercare di essere felici.
Prima ti sussurrano alle orecchie e ti seducono, poi si insinuano sotto pelle per starti sempre accanto e al caldo, si impossessano del tuo cuore, dei tuoi sensi e dei pensieri, tutti, concimandoli con piccoli frammenti di felicità e paura.
Poi ti fanno sentire in colpa, sbagliata, inadeguata, folle. Ti mettono tutti contro, familiari e conoscenti (per non parlare della burocrazia, ma questo è un altro discorso).
Poi proseguono, perché non si silenziano, e ti sguinzagliano contro gli ignavi, gli invidiosi e gli imbecilli.
A un certo punto decidi. E dato che la vita è tua, dopo tanta fatica e tanto lavoro, è giunto il momento di assecondare i tuoi desideri, i tuoi sogni e i tuoi bisogni. 

Giacomina e Lella

Quando ho preso Giacomina e Lella nella mia vita – due meravigliose asine ragusan, ero ben consapevole che qualcosa sarebbe cambiato.
In realtà, avevo un gran bisogno di cambiare e di rallentare, ma non mi autorizzavo a farlo.
Sembravo un criceto su una ruota: congressi, partenze, piega del parrucchiere, un volo, un altro, altra piega, una slide e la sera quando toccavo il materasso svenivo per poi ricominciare daccapo l’indomani e la settimana e mese successivo.
Lavoro da quando avevo 22 anni anni e mezzo, senza sosta e senza tregua, tra congressi e lavori scientifici, lavori a tempo pieno e ruoli prestigiosi con soddisfazioni di ogni genere, a cui dico grazie. Sono arrivata a metà vita con un bilancio decisamente positivo e una famiglia meravigliosa che amo profondamente, ma adesso ho la sensazione che mi manchi qualcosa: mi manco io.

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Il progetto del cuore, tra psiche e natura

Gli asini, a differenza dei cavalli, entrano nella tua vita quando sei disposta ad accoglierli.
Quando ti rendi conto del valore immenso e trasformativo che hanno su di te. Quando sei realmente disposta a metterti in gioco sul piano profondo.
Quando sei disposta a cambiare qualcosa nella tua vita che senza che ne accorgessi ma con il tuo consenso si era trasformata in una trappola.
Se tutto ciò non accade e, in fondo, stai bene sulla ruota, con quello che fai, li consideri semplicemente degli asini, come fa la maggior parte delle persone, soprattutto quelle che ti criticano, che non comprendono, che ti additano.

“Ma cosa ci trovi? Tu che vai in televisione? che scrivi per testate giornalistiche prestigiose? che fai un lavoro intellettuale? cosa ci trovi nel levare il loro letame? nello svegliarti presto? nello strigliarli? Insomma, cosa ci trovi in un asino? (e forse anche nella gestione casalinga di un cavallo).
Queste sono solo alcune dei frequenti commenti che mi sento dire come se fossero un mantra. “Non è fatica, è benessere”, rispondo io.
Ma in realtà non mi crede nessuno.
Il rapporto con loro è un esercizio continuo fatto di pazienza, attesa, lentezza, ascolto (di cuore non di orecchie, quello che farebbe bene a ogni essere umano di ogni età).
Vedere la giornata che inizia insieme a loro e me, il sole che illumina le nuvole e spazza via il buio della notte è un regalo che faccio a me stessa.
I miei risvegli erano fatti e-mail e PEC, dei tanti commenti che ricevo dai lettori che scrivono nel mio sito e di tanto altro di simile.
Andare in fattoria in bici con l’aria fredda che mi sveglia i sensi è un centrifugato di vita che mi ricorda che sono viva.
Lasciarle la sera con le loro mangiatoie piene, i grattini appena fatti, pettinate e strigliate, andare via al tramonto e osservare le nuvole rosse che abbracciano l’Etna, il mio vulcano – grammaticalmente maschile ma archetipicamente femminile – mi regala un benessere così profondo da non essere traducibile con le parole ( e a me le parole piacciono).
Stare in loro compagnia è un dispensatore di appuntamenti muti, di rituali, di intimità e di immenso amore ricambiato.

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Da clinico a fattore?

Ho sempre amato gli animali, ho avuto tanti cani e anche qualche gatto, ho sempre fatto equitazione, a intermittenza in funzione degli impegni lavorativi, ma il rapporto con gli animali ha sempre fatto parte della mia vita, arricchendola.

Poi ho incontrato Rosina, una meravigliosa asina ragusana parlante che mi ha insegnato, in silenzio, passo dopo passo e raglio dopo raglio, cosa significhi il rapporto con lei.
Andavo al maneggio per fare equitazione sempre negli stessi giorni e sempre agli stessi orari, Rosina li aveva imparati e mi aspettava al cancello. Avevamo degli appuntamenti settimanali senza che ci fossimo mai parlate.
Il nostro rapporto inizia così, in sordina. Pian piano mi accorgevo che accarezzare Rosina e portarle del pane raffermo o delle carote mi regalava un benessere profondo, e ogni qualvolta invece riportavo il cavallo nel box o lo consegnavo al fantino successivo, mi si stringeva il cuore in una morsa di strazio e di dolore.
Rosina mi ha insegnato il coraggio e le cose importanti del rapporto con i cavalli e gli asini. In quel preciso istante ho capito che potevo trovare il coraggio di essere felice.
Nel frattempo, la mia scrittura continuava a crescere e le mie collaborazioni con i giornali prestigiosi per i quali scrivo proseguivano regalandomi emozioni e gioie.
Da un anno a questa parte ho anche il privilegio di scrivere per La Zampa, il canale degli animali de La Stampa e della Repubblica.
Pensavo di essere fuori posto, ma pian piano, grazie all’amore dei lettori ho capito che i miei scritti del martedì, figli dei preziosi racconti dei miei pazienti, delle storie di vita squarciate e riparate grazie alla terapia di coppia o individuale, e al meraviglioso ruolo degli animali sono molto di più di un semplice scritto. Sono medicina per il cuore.
Così, nel tempo, il martedì è diventato il nostro luogo dell’incontro.

Lella e Giacomina

Pian piano, il mio rapporto con Giacomina e con Lella è diventato sempre più profondo e intenso e il tempo che trascorro con loro aumenta di giorno in giorno.
Sono due animali che portano dipendenza! Questo ormai mi è ben chiaro.
Sì, una dipendenza psicologica dal loro ragliare, dei loro odori, dai loro sguardi languidi e della loro dolcezza e simpatia straripante.
Regalano un benessere profondissimo, a lento rilascio, che mi abbraccia durante le giornate buie (fanno lo stesso effetto a chi viene a conoscerle).
Così ho deciso, mossa da audacia più che da incoscienza, di unire l’attività di clinica – le consulenze online – e di scrittura alla mia vita insieme a loro.
Grazie al coraggio che ho ricevuto dalla cura continua che dedico a loro e i geni di mio padre che mi ha insegnato il coraggio vivendo, ho deciso di cambiare qualcosa della mia vita.
Non voglio più stare in un appartamento di cemento, con una signora di sopra e una di sotto – o per lo meno, lo stretto indispensabile -, voglio lavorare in mezzo agli alberi, con le pareti di vetro, il cielo sulla testa e la terra sotto i piedi. Le consulenze online e la scrittura verrà svolta in fattoria, dove tutto è più amplificato e il mio cuore batte più forte.

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La Fattoria il Frutteto

Nel mio nuovo luogo dell’altrove la cura inizia da lontano, dall’assenza di stress per parcheggiare, dall’incontro con la natura, dal silenzio e dal canto degli uccellini. Quando viene mia madre a trovarmi, ho la sensazione di vederla ringiovanita di dieci anni. Inizia a raccogliere frutta, a piantare semi e rametti di piante grasse, a strigliare il piccolo e dolce Mimì, e mi sembra di fare un balzo indietro nel tempo.

Segue il cielo azzurro siciliano cangiante e intenso durante le ore della giornata e le stagioni. La mia fattoria dimora dentro un frutteto secolare. I ciliegi in fiore la dipingono di rosa in maggio e i limoni sempre maturi che dimorano nel mio Bosco dei cedri la addobbando di luci gialle in ogni stagione.
Passeggiando per raggiungermi verrete rapiti da un’infinità di profumi. Incontrerete le spezie, le verdure selvatiche, alberi secolari e scenari suggestivi, d’altri tempi.
Durante il tragitto che dall’ingresso porta al cuore della fattoria potete trovare del fieno ammonticchiato color oro, qualche gioco, qualche sonaglio e dei profumi d’altri tempi.
In questo luogo non esiste lo stress, la fretta, le strisce blu per parcheggiare.
C’è semplicemente l’essenziale, un’accoglienza di cuore e di testa e la professionalità che mi ha sempre contraddistinta.
Ho portato con me i mobili di mia nonna, e basta. Ho preferito l’essenziale ai fronzoli e agli orpelli. È proprio vero che il cambiamento è vita.

La luce, i ragli e il rispetto rendono magico questo borgo.

Spero di vero cuore che diventi anche il vostro luogo del cuore.

Vi aspetto, con affetto e stima.

Valeria Randone

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