Le abitudini in amore: dal sabotaggio affettivo al piacere

Le abitudini in amore

Le abitudini uccidono soltanto gli amori già morti. Quelli che le maneggiano con destrezza e gentilezza e che trasformano le abitudini in cura diventano amori immortali.
L’idea di trasformare le abitudini in piacere suona paradossale, ma intanto è assolutamente possibile.
A volte, questo concetto e proposito, stride con le nostre più profonde convinzioni, altre volte sembra rasentare l’impossibile, intrappolati così come siamo nel guinzaglio dei nostri pregiudizi.

La parola abitudine, dal suono cupo e dal colore grigio, richiama alla mente la ripetizione e la noia, la banalità e la mancanza di creatività, ma anche la mancanza di coraggio.
Le abitudini si fanno strati di pelle, bozzolo, protezione dal nuovo e rendono stagnante ogni situazione confondendo l’immobilismo con le rassicuranti abitudini.
I nostri peggiori nemici non sono le nostre abitudini, ma l’utilizzo che ne facciamo, soprattutto in amore.

Le abitudini in amore

Quando nasce un amore, i partner vengono invasi da un brivido di coraggio. Diventano audaci, creativi e propositivi. Scrivono bigliettini e lasciamo tracce della loro presenza intrise di emotività e novità. Pian piano, a legame stabilizzato, non si sa bene perché, le abitudini si insinuano nella vita della coppia sino a farla diventare il frutto di una noiosa e sterile ripetizione del fare e dell’essere. Da dolce novità a triste manetta. Con il rischio che quando appare il nuovo all’orizzonte, che si tratti di un flirt, di un amante, di un lavoro, il vecchio inizia a stare più che stretto.
Il rapporto con le abitudini e con le novità dipende dalla paura del cambiamento che è insita in ogni essere umano, dal percorso di vita successivo e dalle dinamiche della coppia che poi si viene a creare.
(A volte penso che durante i corsi di preparazione al matrimonio dovrebbero invitare un sessuologo che parli alle coppie di come fare a rimanere coppie, a fare l’amore bene e a lungo, a non tradirsi, a giocare con le abitudini. Insomma ad amarsi).

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In amore, può capitare che ad alcuni partner, magari psichicamente un po’ più rigidi di altri, non si possa proporre nulla di nuovo. Sembrano allergici al nuovo: refrattari, infastiditi da tutto ciò che può alterare il corso della loro quotidianità e normalità.
Nonostante vengano strattonati verso il nuovo dal partner più curioso, rimangono immobili. Praticamente irremovibili. L’immobilismo diventa noia che diventa usura emotiva. La coppia, inevitabilmente, inizia a scricchiolare e ad avere bisogno della spezia della novità. Così accade che i partner si lamentino del grigiore e del torpore, ma non affrontino le paure profonde che li rendono immobili, noiosi e annoiati.
In questo caso, le abitudini diventano le loro peggiori nemiche.
Tappano le ali alla creatività, bloccano il libero fluire dell’energia vitale, barricano i partner dietro le solite cose e le solite persone per paura del cambiamento.

La coppia parcheggia, senza nemmeno rendersene conto, il loro amore su un binario morto, sino ad evitare di vivere ogni possibile nuova esperienza (anche sessuale). L’abitudine diventa ripetizione, automatismo, evitamento. Toglie aria e anche vita. Il legame rimane intriso e zuppo di quello che Freud chiamava coazione a ripetere.

Come possiamo trasformare l’abitudine in gioia, curiosità, desiderio, esplorazione del nuovo? In una sola parola: piacere.

La parola abitudine non ha un solo significato

Abitudine, parola derivata dal latino racconta originariamente l’abito (habitus) che indossiamo; lo stesso abito che diventa tuta, pigiama, noia, burqa (nell’accezione più claustrofobica del termine).
Le abitudini dei popoli, per esempio, rappresentano le loro tradizioni e le loro usanze, ci raccontano dei loro usi e costumi. Ci tramandano la loro identità. E non sempre hanno un’accezione negativa del termine. In fondo alle abitudini troviamo i valori, l’aspetto identitario di un popolo, di una persona e, forse, di una coppia-famiglia.
Se iniziamo a leggere la parola abitudine sotto la lente d’ingrandimento del suo significato più profondo, forse, ci rendiamo conto di come avere delle abitudini non sia poi così tanto male.
Anzi, da questo punto di vista la parola abitudine si scrolla di dosso quella connotazione negativa che automaticamente gli appiccicavamo.

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L’abitudine e l’impegno, anche in amore

“Come possiamo fare ad avere buone abitudini in amore?”, mi chiedono spesso le coppie che ho in terapia.
L’abitudine, sfrondata dalla sua accezione claustrofobia e ripetitiva, si sposa con la concentrazione, con lo sforzo e l’impegno. Così, diventa uno strumento di notevole importanza, se adoperato con solerzia e intelligenza.
L’abitudine è alla base dell’apprendimento, anche amoroso. Ognuno di noi impara esercitandosi con metodo e costanza.

Quando ho iniziato a scrivere, e ho capito che la scrittura sarebbe diventata la mia passione e anche il mio lavoro, insieme alla clinica, faticavo tantissimo.
Lèggevo, scrivevo, cancellavo, sistemavo il testo, andavo a caccia di refusi, talvolta ero così accecata dalla perfezione e dalla stanchezza che nemmeno li vedevo.
L’impegno e la costanza, oserei dire la caparbietà, si sono fatte abitudine. E grazie alle mie tanto care abitudini ho imparato.

Nessuno sa come si faccia ad amare, a vivere in coppia con entusiasmo e far sì che le emozioni abitino a lungo dentro lo stesso legame. L’abitudine si fa trappola oppure scatta il bisogno di andare a caccia di emozioni nuove che destabilizza la stabilità della coppia. Come se abitudini, emozioni e longevità del legame d’amore non potessero coesistere dentro la stessa coppia.
O vige la noia o l’adulterio.
L’abitudine può trasformarsi in cura, in rituale d’amore e di appartenenza.
Possiamo imparare ad apprezzare le abitudini. A trovare in questa stravaganza umana così poco apprezzata, un sapore e una profondità del tutto diversa da quella della semplice ripetizione di gesti e contenuti per il semplice e sterile bisogno di rifugiarsi nelle certezze, nell’immobilismo, nella paura del nuovo.

Una coppia litigiosa, per esempio, può imparare a litigare, a parlare e ad ascoltarsi. Tramite la ripetizione c’è l’ascolto, la novità, l’apprendimento.
Una coppia longeva può, invece, ritualizzare le gentilezze e la cura: il bacio della buona notte, le parole d’amore che rimboccano le coperte, i massaggi alla schiena o ai piedi durante la visione di un film. Le dolci sorprese. Queste meravigliose abitudini rendono quella coppia unica. Irripetibile. Un luogo sicuro e caldo da abitare e da cui non pensare di evadere.
In una coppia, l’abitudine nutre l’amore, lo scalda, lo accudisce.
Da dimostrazione del suo valore e della sua importanza. Per questo motivo, e in questa prospettiva, l’abitudine non usura, non consuma, non si fa trappola.

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Gli innamorati non usurano il loro amore con le intemperie noiose e sempre uguali del quotidiano, ma lo inventano ogni volta. Lo ricreano di contino. Lo respirano a pieni polmoni. Lo assaggiano. Lo rendono cornice per il loro sentimento.
Questo è il segreto per trasformare l’abitudine in piacere.

 

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2 Commenti. Nuovo commento

  • Grazie dott.ssa, ha trattato un argomento che fa paura con una tale delicatezza che viene voglia di abitudine.
    Personalmente sto vivendo un periodo di rinascita della coppia; ci eravamo persi e stiamo cercando di trovare le nostre sane abitudini di coccolarci, di rispettarci. Ultimamente urlavamo e ci allontanavamo sempre di più, adesso ci trattiamo con gentilezza.
    Grazie

    Rispondi
    • Valeria Randone
      5 Marzo 2021 07:27

      Grazie a Lei per le sue note e per il suo racconto. La gentilezza e le “abitudini”, rituali d’amore, aprono porte inesplorate.
      Buon cammino e auguri di cuore.

      Rispondi

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