Il ruolo dei ricordi. Il ricordo come scrigno, il ricordo come trappola

Il ricordo come scrigno, il ricordo come trappola

Ciao,
sono il ricordo.
Mi impossesso di te senza preavviso e senza chiederti il permesso.
Parto da lontano, faccio il giro largo della memoria e arrivo in luoghi talmente scoperti di protezione che la mia presenza ti sembrerà un uragano.
Approdo nel tuo cuore e nella tua psiche, mi ancoro, metto radici, ti inquino le giornate, ti faccio stare male.
Cammino sotto pelle, navigo nelle tue vene e percorro strade invisibili chiamate solitudine, ascolto, empatia, telepatia, mancanza.
Quando pensi di stare bene, quando pensi che il passato sia soltanto un lontano ricordo, ecco che torno a farti compagnia.
Così, senza motivo, vengo a disturbare le tue giornate, i tuoi pasti, il tuo sonno, il tuo umore.
Io sono il ricordo.
Tutte le volte che trovo uno spiraglio aperto, mi intrufolo nella tua vita.
Anche quando crederai che io sia sparito per sempre, ci sarò.
Quando non sarai soddisfatto del tuo presente, quando farai avanti e indietro tra passato e futuro, io ci sarò.
Sarò intenso, come la mia mancanza.
Sarò presente, come la mia assenza.
Sarò un caldo abbraccio quando avrai freddo.
Un cuscino soffice sul quale dormire se sarai insonne.
Farò parte del tuo oggi, così come facevo parte del tuo ieri.
Potrai rifugiarti in me quando ne varai voglia, o bisogno.
Potrai utilizzarmi quando il presente sarà scomodo, vuoto o tiepido.
Il tempo, poi, giocherà a mio favore e farà dei veri miracoli.
Ragione e ricordo saranno due grandi nemici, quando ci sarà l’uno non ci sarà l’altro.
Quando ci sarò io, tu non sarai più lucido, ricorderai soltanto quando ti facevo stare bene, quando ero la tua gioia, il motivo della tua esistenza.
Ricorderai soltanto poche cose di me; tutte belle, ovviamente.
Con il trascorrere del tempo, smarrirò del tutto il mio abito ostile e nocivo per la tua vita, abiterò soltanto il tuo cuore e non la tua mente.
Non ricorderai più di quando ti rovinavo la vita, quando ti facevo stare male, quando ero la causa delle tue lacrime.
Ero sempre io, sai?
Più avrai nostalgia, più sarò agghindato per le feste.
Per te, solo per te.
Basterà un profumo per scaldarti il cuore, cosi la tua memoria farà un tuffo indietro nel tempo, io sarò lì ad aspettarti.
Basterà un sogno, un incubo o un sogno ad occhi aperti.
Io sarò sempre lì, per te.
E ancora, un tramonto, una canzone, magari la colonna sonora della tua vita, e come per incanto io mi materializzerò.
Del resto io sono un incontro.
Io però sono una trappola, perché caro amico mio, se ti giri a guardare quello che hai lasciato indietro, non vedrai quello che hai davanti; così ti renderò immobile e infelice.
Vivrai nel passato, con un presente inquinato e un futuro lontano.
Ti svelo un mistero su di me: nessuno può bagnarsi nello stesso fiume durante i vari momenti della vita, perché tutto cambia.
Così né tu né io rimaniamo gli stessi.
Il tempo trascorre per tutti, e il dopo non sarà mai più uguale al prima.
Peggiore, migliore, ma mai identico.

Valeria Randone

“Il ricordo del piacere non è più piacere. Il ricordo del dolore è ancora dolore”.
George Byron

Il ruolo del ricordo. La dittatura del passato

Il ricordo rappresenta, senza dubbio, la nostra storia, la nostra memoria storica e del cuore, il nostro apprendimento.
Talvolta, però, in alcune fasi della vita può diventare più che uno scrigno di segreti, una trappola per l’esistenza, un macigno per la qualità di vita.
Può diventare ciò che impedisce di andare avanti e di lasciare il passato lì dove si trova.

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Memoria oppure oblio?

Talvolta, avere una buona memoria, soprattutto dopo una separazione o un divorzio doloroso, non corrisponde a essere dei destinatari di un privilegio, ma ostaggi di quanto è stato rimosso.
C’è infatti chi rimane intrappolato nel ricordo, e vive giorno per giorno nel culto della sua assenza.

Ricordi ed ex amori

Ci sono gli ex amori. Quelli conclusasi male, quelli conclusasi perché orfani di un possibile futuro, quelli collerici o tossici. Amori che hanno ancora il sapore della sofferenza, ma nonostante tutto, il loro ricordo rimane ancora molto presente nella memoria.
In questi casi il ricordo non dà tregua e l’inconscio non smette di produrre emozioni e destabilizzanti tuffi nel passato.

La memoria non è una facoltà obbediente

Come sappiamo la memoria non è sempre una funzione obbediente e si attiva anche quando non dovrebbe.
I ricordi – proprio perché scorporati dal presente, quindi avulsi dall’incontro reale con l’altro – vengono rivisitati con gli occhi del “dopo”, con lo sguardo razionale di chi ha deciso di non dare più spazio a quell’amore, sempre con una nota di malinconica nostalgia.

Il rapporto con il passato

Il rapporto con il passato, ancor di più con quello amoroso, è spesso complesso e non sempre dalla facile elaborazione.
Quando finisce un amore, l’ex – quando trattasi di ex importanti e significativi -, rimarrà dentro la psiche per lungo tempo, abiterà ancora e ancora i ricordi e le emozioni postume. La sua assenza sarà spesso una presenza.

La fine del legame non è la fine dell’amore

Quando si ama davvero, non è la fine del legame che corrisponde alla fine dell’amore.
Inoltre, talvolta, i ricordi diventano profughi, senza patria né pace e, spesso, si comportano in modo atipico, bizzarro, si trasformano nel tempo per sopravvivere a loro stessi, all’oblio.
Quando finisce un amore, il dopo, non è mai dalla facile lettura ed elaborazione; così, fare dei passi indietro nella speranza di rivivere quell’antico ricordo, e scaldare l’anima con le antiche e familiari emozioni, è un grande sbaglio ma una cara abitudine.
Spesso il ricordo diventa perseverazione ideica, un fardello ingombrante, un vero disturbo ossessivo.
Così, pur di non dimenticare, si investe in nome dell’amore. In nome del passato.
Per rispetto del passato, quindi per rispetto di quello provato e vissuto.
Per ripassare il passato, per non smarrirlo del tutto e non farlo precipitare nell’oblio.
Ogni passo indietro nel tempo corrisponde a un tassello in meno verso il futuro.
Ogni battuta d’arresto rappresenta un dispendio energetico infinito. Ogni ricaduta sarà peggiore della precedente, un vero furto d’anima.
Uno sbaglio. Un insistere oltre ogni ragionevole dubbio.
Ogni volta che ci giriamo indietro smarriamo l’orizzonte. Il belvedere, il possibile futuro.
Nessuno cambia, e se un amore giunge al suo ultimo respiro, non è cercando di fermare il tempo che tornerà a vivere.

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Amore, guai e degna sepoltura

I guai di quell’amore, le sue criticità, le sue fragilità, rimarranno dentro quel legame, e troveranno un ambiente accogliente per crescere e per proliferare.
Quindi, quando finisce un amore, bisogna regalargli una degna sepoltura, come si fa con le persone care; le più importanti, quelle che abbiamo amato davvero.
La lapide della sepoltura rimarrà dentro di noi a lungo, ma nessun fiore, nessun ricordo, nessuna speranza vana dovrà farci smarrire il cammino intrapreso.
Prima o poi, il tempo seppellirà davvero quella lapide e la vita tornerà a sorriderci.
Come sempre, è solo questione di tempo, sino a quando la vita metterà il timbro dell’oblio.

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