Malumori sentimentali. Asti alternati a momenti di sparuta e sparita serenità. Bronci protratti e silenzi infiniti e punitivi. Le parole non dette, quelle ingoiate insieme ai bocconi amari. Calma piatta nella coppia e nell’eros. Mancanze e mancanza di attenzioni. Abitudini che ingoiano ogni slancio, ogni novità, ogni brivido. Ingorghi emotivi mai analizzati o attraversati. Mesi che diventano anni che trascorrono inesorabilmente verso la vita che avanza. Bilanci. Rimpianti. Rimorsi. Cose non fatte. Compleanni e capodanni. Gennaio. Settembre.
Soliti scenari di una solita vita (o sarebbe meglio dire crisi) di coppia.
La coppia si crepa. Si spacca.
In quell’intercapedine – quello spazio compreso fra due individui che pur vivendo insieme in maniera ravvicinata, per lo più parallela, non si sfiorano più -, li, proprio lì e non altrove, si insinua l’altro, l’altra, l’inedito, il brivido.
Oppure da quella crepa, da quello spiffero, entra il primo raggio di buio. E tutto trema.
Quando una coppia viene in consultazione per il tanto abusato calo del desiderio sessuale mi raccontano della mancanza dei rapporti sessuali, della frettolosità con cui si approcciano “al togliersi il pensiero”, alla noia che tutto ammanta. E alla conclamata estinzione dell’eros.
Nessuno di loro mi parla del loro cuore, di quello che gli manca. Dei baci evasi. Delle parole mute. Dei silenzi parlanti. Del cuore che duole. Dei battiti bloccati in quella gabbia che è diventata il loro cuore, e della gabbia vuota che è diventata la loro coppia.
Il testosterone sta bene, e anche la prolattina non è poi cosi alta. La prostata scoppia di salute. L’età non fa propendere per un’ineludibile catastrofe sotto le lenzuola.
“Mia moglie è ancora bella, sensuale, audace, ma io non la vedo più”.
“Il mio conpagno vorrebbe fare sesso ogni giorno, ma io invento ogni scusa plausibile per scappare da quel letto. Farei di tutto ma non l’amore”.
Frasi ridondanti e dolori muti. Le sedute iniziali si svolgono più o meno così.
Nessuno di loro, in una prima fase, correla il silenzio del sensi con il silenzio del cuore.
Ci vuole tempo, garbo, professionalità e le parole che riparano per sanare quella crepa, quel buio, per accendere quella luce, per restituire alla coppia non soltanto una sterile diagnosi clinica – perché loro non sono la loro diagnosi ma tanto altro – ma il sentiero che li porterà a scegliere di rimanere coppia e di amare ancora, o di andare altrove.
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