Ci sono tanti modi di amare. Faticosi. Strategici. A risparmio energetico (senza un eccessivo investimento emotivo). Online e Offline. Quelli struggenti e letali, quelli sani.
Gli amori Lat e quelli a km zero, come le verdure biologiche.
Cambiano i tempi, le mode, i mezzi per arrivare al cuore altrui, ma non cambiano l’intensità del sentimento e le strategie necessarie per tenerlo in vita e tentare di candidarlo alla longevità.
Il localsexual
In un’epoca di veganesimo a oltranza e di verdure a chilometro zero, abbiamo anche il chilometro zero in amore. E chi lo avrebbe mai detto.
In un primo momento, ho subito pensato a una scelta amorosa di comodo, senza fatica e senza attesa. In realtà, chi ama nei paraggi di casa, sposa questa scelta per altri motivi. Chi decide di amare a chilometro zero viene detto localsexual.
Il locasexual è essenzialmente un ambientalista che applica la logica del chilometro zero anche alla scelta del partner, privilegiando le relazioni a livello locale. Una sorta di “donne e buoi dei paesi tuoi” riadattato ai tempi del web.
Insomma, un amore con il geolocalizzatore.
Il locasexual, un po’ per il rispetto dell’ambiente, un po’ perché teme la distanza, rifiuta avventure e relazioni in luoghi diversi dal proprio, insomma, si aggira sempre nei paraggi di casa. Scelta a metà strada tra la mancanza di coraggio e impegno, e una scelta etica.
Dalla cabina telefonica alla chat. Il cielo in una cabina e tutto il mondo fuori
Gli amori distanti ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
Sono amori nutriti dalla fascinazione del proibito, dal desiderio struggente, dalla programmazione e dall’attesa. Il più potente degli afrodisiaci. Strategia che andrebbe applicata anche agli amori nascenti e longevi, a prescindere dalla distanza, ma questo è un altro discorso.
Gli amori distanti di un tempo si snodavano su una comunicazione a tempo.
Il tempo del gettone. Per poi ripiombare nel tempo dell’attesa sino al prossimo gettone. Erano amori romantici che abitavano il vecchio reperto archeologico chiamato cabina telefonica. Tanto desueto, ma tanto romantico.
Il cielo in una cabina e tutto il mondo fuori.
Adesso ci sono le chat, c’è la paura e c’è la fretta.
La paura di mettersi in gioco davvero e la fretta del vivere. Anzi, l’urgenza del tutto e subito mista al bisogno di pascolare nella vita altrui a tutte le ore.
Il corteggiamento diventa compulsione e sovrapposizione; smarrisce del tutto la pazienza, il desiderio e l’attesa.
La possibilità di un corteggiamento lento, oggi, diventa chimerico e si trasferisce in una dimensione acrobatica e d’emergenza, come se non ci fosse più il tempo di sbagliare, di cenare con uno sconosciuto che da lì a breve potrebbe diventare conosciuto, di corteggiare e di essere corteggiati.
Tutto diventa più veloce e anche l’amore prende la rincorsa, con il rischio di smarrire la profondità del sentimento. Dalla chat si passa al sexting – sembra molto più facile denudare un corpo e inviarlo via chat, che denudare un’anima e consegnarla lentamente al potenziale partner -, e dal sexting, forse, a una cena.
Paura e fretta: i cuori pigri e online
Il web viene preferito a una cena, al corteggiamento e al cinema.
Le chat sembrano essere diventate il soggiorno di casa, a causa della paura e della fretta che attanagliano le relazioni amorose odierne. Un altro aspetto da non sottovalutare è che dietro il monitor di un computer, si realizzano i miracoli. Personologici ed estetici. I timidi diventano spavaldi, gli introversi audaci e le rughe come per magia spariscono. Senza dimenticare la possibilità di essere altro da sé. Uomo invece che donna. Un avvocato in carriera invece che un truffa cuori. Un corpo scolpito dalla palestra piuttosto che provato dagli anni e dalla vita, e così via.
Gli amori pigri, non sono amori. Sono amori finché dura. Finché fanno battere il cuore. Finché emozionano e regalano una buona dose di follia.
Poi, senza concime e senza progetto, porteranno inevitabilmente il timbro dell’oblio. Un amore deve ardere di passione ma non deve bruciare anzi tempo, perché significherebbe regalargli il tempo di diventare Amore, ma relegarlo nel mare tempestoso del tentativo di amare.
Dall’amore online a quello offline
Un amore che nasce, ovunque esso nasca, deve trasferirsi prima o poi da una chat a una panchina. Se, per un motivo o per un altro – per paure, ambiguità, o pigrizia del cuore -, rimane online, non potrà mai diventare amore.
Un amore può anche nascere online, ma deve obbligatoriamente transitare a una vita off line con tutto quello che comporta in termini di costi e benefici.
Di paure e di ansie, di investimenti e di coraggio. Di tradimenti e di paura dell’abbandono. L’amore per essere tale ha bisogno di pelle e di sensi, di corpo e di emozioni, di cene a lume di candela e di fisicità. Non può vivere all’interno di una chat, morirebbe anemico e asfittico.
Anche la più intrigante, la più audace, la più empatica, prima o poi, inizierà a stare stretta e a evocare più sensazioni di claustrofobia che magia.
La realtà, fatta di luce e di sole, di caldi abbracci e di lacrime, avrà il fascino estremo della trasgressione. Un vero gesto sovversivo.
Chi predilige gli amori online e la sessualità senza corpo – un chiaro auto erotismo assistito -, intraprende una sorta di scorciatoia verso il piacere. Immune dal coinvolgimento, dall’impegno, e dalla possibilità di abbandoni postumi.
Un carpe diem del sesso: senza passato e senza futuro. Una sorta di parco giochi delle emozioni che non si candidano a diventare sentimento.
Le chat possono rappresentare una sorta di afrodisiaco transitorio, un antidepressivo, ma non sono immuni da effetti collaterali.
Amori pendolari
Alcuni amori sono pendolari. Per necessità o per scelta.
Sono gli amori “LAT” – Living Apart Together, insieme ma lontani -, ovvero, insieme ma separati.
Queste ambivalenze lessicali, traducono la fatica del vivere che caratterizza queste coppie che, nonostante (o grazie) la distanza geografica, rimangono coppie per lungo tempo. Alcuni partner cercano affannosamente di azzerare la distanza acquistando voli al volo nel tentativo di trascorrere insieme un fine settimana.
Altri, invece, pur abitando nella stessa città, decidono di vivere su due case.
Intimità a oltranza, ma letti e tetti separati.Questa scelta cela alcune paure, come quella dell’abbandono e della troppa vicinanza emotiva, ma può anche rappresentare una strategia per evadere la noia e la polvere erosiva del tempo che tutto impolvera.
Amori a distanza versus amori a chilometro zero. Le intermittenze del cuore, impegnati a intensità variabile
Attesa contro quotidiano. Seduzione contro noia. Stanze d’albergo contro il divano di casa. Cena al ristorante e bollicine contro la solita pizza.
La scelta di un amore piuttosto che di un altro, dipende dalle circostanze della vita, dai meccanismi di difesa della psiche, e dalle dinamiche inconsce che muovono le fila di molti dei nostri comportamenti.
Gli amori a distanza hanno vantaggi e criticità, esattamente come gli amori a chilometro zero. Questi ultimi sono ricchi di fascinazione per alcune persone e assolutamente insostenibili per altre.
Le coppie a distanza sono caratterizzate da una notevole riduzione del quotidiano e della vita sessuale, anche se compensano la mancanza di quantità con la qualità degli incontri amorosi. Procrastinati e tanto attesi.
C’è chi predilige la qualità alla quantità, alternando i momenti di grande empatia con il partner ad altri di strategica distanza, durante i quali ogni membro della coppia si occupa del proprio tempo e abita il proprio spazio vitale.
La distanza amplifica i sentimenti negativi come la nostalgia, il sospetto, la gelosia.Demoni infernali che, alla lunga, possono corrodere anche il più saldo dei legami e degli apparati psichici.
Quindi, i rapporti a distanza devono obbligatoriamente avere come protagonisti dei partner risolti, sinceri, equilibrati.
Gli amori a chilometro zero azzerano la distanza a favore della vicinanza fisica e della condivisione del quotidiano, ma possono minare il bisogno di autonomia di ogni protagonista del legame d’amore.
Cuori erranti. Amore non è amare
Mi vuole solo bene o mi ama davvero?
Guarda l’intervista su LaStampa.it
L’amore, se pur un sentimento etereo, obbliga all’impegno. Questo non significa relegarlo alla dimensione dell’obbligo e della fatica, perché perderebbe di spontaneità e di intensità, ma di certo andrebbe coniugato alla dimensione del progetto, dell’accudimento, della cura.
Quando finisce un amore, per esempio, i protagonisti del legame infranto dovranno fare i conti con il “lutto della progettualità”.
Con la fine dell’esserci. Dell’esserci dentro una coppia, tra abitudini, rituali che incarnano un abbraccio, e dolci promesse.
Ricapitolando: qualunque amore ci troviamo a vivere, che sia pendolare o a chilometro zero, la giusta distanza emozionale dal mondo dell’altro rimane un prerequisito indispensabile per renderlo longevo.