Nella cultura occidentale a cui apparteniamo facciamo l’amore nel modo in cui siamo cresciuti: di fretta. Da qualche anno c’è un’importante e intrigante novità all’orizzonte delle mode. Si cambia rotta e si passa allo slow sex. Dopo tanto stress, tanta compulsione e bulimia del vivere si celebra la lentezza.
Fretta versus pazienza e lentezza
E se invece di correre sempre, anche tra le lenzuola, rallentassimo? O imparassimo a farlo? E se togliessimo gli orologi dalla camera da letto per farla diventare una stanza senza tempo che il tempo lo assapora?
Fare l’amore senza quella fretta del piacere è possibile e anche attuabile. E ha dei vantaggi inenarrabili.
Potremmo iniziare di buon mattino, nel tentativo di cambiare le nostre abitudini che nel tempo sono diventate delle trappole. Il caffè e le email della mattina andrebbero disgiunte: sarebbe più utile solo il caffè. Basta con la tazza di latte fumante illuminata dal telefono lampeggiante, molto meglio la penombra e la gradualità da inizio giornata. Basta pranzare mentre si risponde al telefono, sarebbe bello sentire il sapore di quello che si sta mangiando. E ancora, basta davvero con le chat infinite, i gruppi di WhatsApp e lo stress cronico di chi non regge il rumore del silenzio.
Basta fare l’amore soltanto per dovere o soltanto perché a fine giornata rimangono dieci minuti da strappare al sonno.
Siamo tutti compulsivi e iper connessi. Disconnessi e felici
Sempre di corsa. Agitati e frenetici. In perenne overdose da social e da smartphone.
Iniziamo la giornata correndo e la concludiamo con le ultime email da leggere – come se fossero la preghiera della sera prima di andare a dormire -, che ci consegnano a un sonno agitato, accompagnato da un corteo di disturbi neurovegetativi che nessuna conta delle pecore potrà placare. Così come viviamo, talvolta, affrontiamo la sessualità. Il rischio più grande di questa compulsione è quello di trasformare e deformare la sessualità, che dovrebbe rappresentare il reale incontro con la persona amata, in un compito da svolgere, magari a fine giornata quando la stanchezza e il sonno prendono il sopravvento.
Elogio alla lentezza
La lentezza va valorizzata e anche favorita, anche e soprattutto in camera da letto. La risposta sessuale, maschile e femminile, ha bisogno di tempo e del massimo ascolto e rispetto di ogni sua fase affinché sia appagante e non urticante. L’orgasmo da pausa pranzo, tipico degli amori da scrivania, non va demonizzato ma non può essere un valido sostituto di una sessualità lenta, ritualizzava, rivoluzionaria, perché strappata alla fretta e alla corsa verso il raggiungimento del piacere.
Maggio è il mese della lentezza. Si celebra la giornata mondiale della lentezza.
Un vero inno a rallentare, a cambiare vita, insomma, al sentire l’odore prima e il sapore dopo di tutto quello che ci troviamo a vivere, sessualità inclusa.
In una civiltà di cemento e fretta, dei fast food e del tempo tecnologicizzato, di internet e delle chat, della lapidarietà della comunicazione e della frenesia ad oltranza, la dimensione della lentezza andrebbe davvero recuperata.
Anche e soprattutto in camera da letto. Una sessualità lenta e fortemente desiderata ha dei benefici enormi, una sorta di lento rilascio di benessere che accompagna i protagonisti del rapporto sessuale durante i giorni successivi alla loro sessualità. Quell’eco che racconta e ricorda una sessualità appagante e generosa lascia ai partner la memoria corporea del piacere e il desiderio di voler rivivere ancora quegli istanti.
Perché è utile vivere la sessualità all’insegna della calma
I vantaggi dello slow sex ci sono e sono innegabili. Le coppie però non sanno quali sono se non li provano.
Lo slow sex migliora l’intesa tra i partner, li aiuta a scorporare la sessualità dalla dimensione dell’obbligatorietà. Li invita all’esplorazione di zone corporee alternative mai esplorate prima. La conoscenza reciproca amplifica il piacere. La lentezza e la conoscenza vengono preceduti e amplificati dal dialogo sulla sessualità. I partner possono confrontarsi sui desideri reciproci, sulle criticità della loro sessualità, su quello che in realtà gli piacerebbe sperimentare o realizzare con il partner.
Fare l’amore con calma significa permettere ai coniugi di connettersi con il proprio corpo e con quello del partner, e con i rispettivi immaginari erotici.
Dall’orgasmo da pausa pranzo alla lentezza dell’eros
La corsa a ostacoli contro il tempo si estende anche alla camera da letto, quel luogo dell’altrove dove tutto andrebbe assaporato, fortemente voluto come fanno gli amanti, ritualizzato e dove non bisognerebbe togliersi il pensiero. La sessualità più che un rituale d’amore e di erotismo diventa una sorta di ginnastica coitale, liquidatoria all’inseguimento del raggiungimento della meta: l’orgasmo.
Amare con lentezza è ben altra cosa. La qualità vince sulla quantità e sulla presunta normalità. Amare con lentezza è una rieducazione all’arte dell’eros, un recupero dell’aspetto dei preliminari, dell’alchimia del bacio, degli abbracci prolungati, delle carezze di cui si sente la consistenza della pelle e l’odore dell’altro. Un malizioso gioco seduttivo vissuto con un’alternanza di pause e di attese. È una modalità strategica per recuperare il tempo dell’attesa, aumentando con modalità esponenziale il desiderio sessuale.
Quando è utile praticare lo slow sex
Lo slow sex ha spesso una funzione terapeutica. Praticare lo slow sex è altamente indicato e decisamente utile quando i partner sono molto stressati, con la mente che si dirige facilmente altrove.
Alcune delle mie pazienti mi raccontano che durante i rapporti sessuali pensano alla lavatrice da svuotare, alla biancheria da stirare o alle cose che devono ancora ultimare, uccidendo il piacere. È utile praticare lo slow sex quando c’è il calo del desiderio. Fare l’amore con lentezza è un valido ausilio quando ci sono delle disfunzioni sessuali come eiaculazione precoce e deficit erettivo. L’uomo smette di pensare al mantenimento dell’erezione e si dedica ad altro.
Molte delle coppie che seguo mi consultano per una sorta di noia sessuale: lamentano un calo del desiderio sessuale, detto in clinica desiderio sessuale ipoattivo, astenia sotto le lenzuola e un preoccupante pensionamento anticipato della sessualità che a volte viene curato con la destabilizzante presenza degli amanti . La routine del vivere ammanta tutto e la polvere erosiva del quotidiano corrode anche il più saldo dei legami, e la fretta miete vittime e dissemina insoddisfazioni varie.
Una sessualità veloce, consumistica, quasi a sigillare la normalità della vita di coppia, prende il posto di una sessualità slow che parte da lontano. Che circumnaviga i meccanismi di difesa, che accende il desiderio sessuale e che batte stanchezza e sonno uno a zero.
Perché corriamo sempre
L’inno alla fretta parte da lontano. Veniamo cresciuti ed educati a pane e responsabilità. Pane e fretta. Pane e obiettivi. La lentezza, e anche l’ozio, che sembra essere la madre di tutti i vizi viene demonizzata, messa al rogo.
La vita che conduciamo ci obbliga alla fretta, alla produzione ad oltranza. Guai a chi rallenta o addirittura immagina di fermarsi: chi si ferma è perduto. Educhiamo così i nostri figli, e noi a nostra volta abbiamo ricevuto in dote dai nostri genitori questo modus vivendi frenetico e usurante.
Li abituiamo alle performance, all’assenza di pause e al piacere perverso da ritmi frenetici, un vero inno al masochismo del vivere. Regna il bisogno impellente di non rallentare, ben nutrito e concimato dal senso del dovere e da suo fratello lo scomodissimo senso di colpa.
Slow sex: i tre ingredienti
Non si tratta di ricette farraginose che obbligano all’utilizzo di ingredienti complicati e difficilmente reperibili. Si tratta invece di interiorizzare un nuovo modus operandi e vivendi slow. Ecco i tre principali: lentezza, connessione, delicatezza.
- La lentezza anche nei modi, bandite le carezze veloci e finalizzate alla masturbazione, le carezze lente sono altre e conducono altrove.
- La connessione profonda (con sé stessi e con l’altro). Per connettersi con qualcuno o qualcosa bisogna ascoltarsi, ascoltare, abbassare il rumore del mondo e dell’ansia, degli obiettivi da raggiungere e aumentare il volume del cuore e dei sensi.
- La delicatezza nel tatto, nei modi, nelle parole, nella gestualità e nella sessualità. Con le persone gentili è più facile abbandonarsi, non c’è bisogno di erigere muraglie difensive. Il piacere intenso per arrivare ha bisogno di fiducia, di appartenenza, di condivisione e di delicatezza.
Questi tre ingredienti sono i principali protagonisti della ricetta perfetta per lo slow sex.
Strategie per fare l’amore con calma
Ritualizzare la sessualità serve a non farla deperire sotto il peso del quotidiano e della noia. La sessualità per non essere fagocitata dal quotidiano e dalla sua polvere erosiva deve essere strappata alla fretta e alle abitudini. I rituali, ambiti ben diversi dalla noia e dalle noiose e ripetitive abitudini sono invece un potentissimo afrodisiaco.
Vediamo insieme qualche semplice trucco da poter attuare:
- Abbandonare il ticchettio dell’orologio
Lo slow sex si fonda sulla lentezza. Quindi niente fretta, niente sguardo all’orologio o alla sveglia che sosta sul comodino. Non serve a niente, distoglie dall’intimità, invita al controllo continuo dell’orario, disturba la sessualità.
Pianificare e programmare l’incontro a cellulari spenti. Gli amanti, solitamente, hanno più rapporti sessuali dei coniugi. Questo accade perché lo programmano. Programmare qualcosa significa desiderare che quel qualcosa accada, realizzarla con dovizia di particolari, con lentezza, con farraginosa e amorevole programmazione. - Preliminari a profusione
Nello slow sex i preliminari giocano un ruolo da assoluti protagonisti.
Quindi, via libera ai baci profondi – sempre e non soltanto prima di un rapporto sessuale – al guardarsi negli occhi, alle carezze lente e avvolgenti. Bandire la fretta.
Il rapporto sessuale non deve essere finalizzato all’aspetto penetrativo, al raggiungimento dell’orgasmo, che se inseguito diventa chiaramente chimerico, ma deve essere assaporato con lentezza e gradualità. - Un rituale d’amore e di erotismo
La sessualità può essere ritualizzata in tanti modi, dall’utilizzo dei cibi, alla ricerca dell’abbigliamento, alla ricerca del luogo dove poter fare l’amore.
Cibi speziati cucinati con cura, mantecati, armonizzati, scelti con cura. Lentezza dentro una vasca da bagno. Parole, parole, parole. Una email lunga e dettagliata che contenga una fantasia o una dichiarazione d’amore o di gratitudine. Il sesso diventa un vero rituale d’amore.
Fuori dal letto
Rallentare un po’ e passeggiare ancora a piedi nudi sul prato può davvero rappresentare una strategia per vivere all’insegna della pienezza sensoriale.
Questa giornata così simbolica dovrebbe farci riflettere sulla qualità della nostra vita e su come, forse, siamo ancora in grado di migliorarla. Anche e soprattutto sotto le lenzuola.
6 Commenti. Nuovo commento
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sto leggendo i suoi articoli sulla sessualità e mi interessano molto, perchè mi rendo conto di non avere una vita sessuale.
e inoltre il fatto di usare la pornografia come fuga dalla realtà è vero.
Mi chiedo cosa è che mi spaventa?
Marco
Buonasera Marco,
sono contenta che la mia lettura della pornografia come “fuga dalla realtà” le sia piaciuta.
Cosa le fa paura da qui è impossibile saperlo, ma provo ad ipotizzarlo.
Lo prenda con le pinze perché siamo online e sono soltanto ipotesi campate in aria, mentre a Lei servirebbe una diagnosi clinica.
Paura delle donne.
Paura dell’intimita.
Paura della sessualità.
O di andare incontro a disfunzioni sessuali o cattive figure.
Paura del legame, o dell’Amore.
Oppure, trattasi di una dipendenza vera e propria, con tutte le caratteristiche della personalità dipendente.
Su questo tema – sessualità e pornografia – nel sito può trovare tanto materiale: nella sessione video e nella sessione articoli.
Valuti di consultare un mio collega de visu, sono certa che potrebbe aiutarla a traslocare dalla dimensione del piacere solitario a quello condiviso.
Un affettuoso augurio per tutto, e mi tenga informata se le va
Ho trovato questo blog per caso e questo tema lo trovo interessante. Sopratutto perché credo che il discorso dello slow-sex sia un discorso parziale, almeno dalla mia esperienza di vita di coppia.
Io e mia moglie ci siamo conosciuti 38 anni fa: io ero al 3o anno di ingegneria, lei neolaureata. Il nostro incontro è stato un colpo di fulmine, il nostro primo appuntamento romantico è durato 3 giorni, dal venerdì alla domenica sera siamo stati sempre insieme e abbiamo cominciato a convivere dopo pochissimo tempo, e ci siamo sposati giovani, 36 anni fa.
Abbiamo vissuto la nostra sessualità non come un extra del rapporto di coppia, ma come una parte integrale e integrante di quello che vuol dire essere coppia. Quindi quando leggo di “ticchettio dell’orologio,” “preliminari a profusione,” oppure “un rituale di amore e erotismo” non mi ritrovo. Nel senso che tutto quello che si vive in coppia fa parte di “fare l’amore” e non c’è soluzione di continuità tra quotidianità e eros. Tutto quello che si fa in coppia è erotico perché fatto con l’amore della propria vita. Non c’è bisogno di cucinare piatti speziati o particolari, fare il bagno in un certo modo, carezzarsi a vicenda in maniera diversa perché ogni sguardo, ogni carezza, ogni parola, ogni attività insieme comunica al partner “ti voglio”.
Questa comunicazione, questo desiderio si consuma in un incontro sessuale perché l’intera vita di coppia é un preliminare. A volte un rapporto potrebbe essere più rapido (perché, diciamocelo, la sveltina è divertente), a volte potrebbe essere più protratto, a volte con giochi di ruolo e giochi di coppia ecc. Tutto varia in base alla fantasia individuale e il consenso del partner (e viva la fantasia!) Ma il sesso non nasce da un qualcosa di diverso dall’amore e il desiderio quotidiano; tutto quello che si vive in coppia è un preliminare.
A volte lo stress del mondo oltre la coppia ha anche rallentato la consumazione fisica del nostro desiderio (in primis i figli, oramai cresciuti) ma non ha mai fiaccato l’eros integrale e integrato della vita di coppia. Mi sono confrontato con mia moglie che concorda – l’idea che facendo l’amore le venga in mente la lavatrice è alieno alla sua esperienza di donna e moglie.
Per questo non mi ritrovo con l’idea dello slow-sex. Forse siamo fortunati, ma non sarebbe meglio parlare di “always sex” invece di slow sex? Non sarebbe meglio integrare l’eros nel tutto della coppia invece di creare una scissione tra rapporto quotidiano di coppia e rapporto sessuale?
Buongiorno,
sì, siete fortunati. La maggior parte delle coppie non amano come voi, non esisterebbe la sessuologia, altrimenti.
Se una persona o due non si rompe un piede non significa che le fratture non esistono (e nemmeno gli ortopedici avrebbero senso di esistere).
Legga anche gli altri tanti scritti del mio sito raccontano di amori sani e pieni, e di altri disfunzionali.
Altrimenti, anche in questo caso, non avrebbe senso l’esistenza del sito.
Un cordiale saluto e auguri per la sua coppia.
Buongiorno dottoressa da poco ho scoperto che il mio ora ex compagno preferiva i siti porno, chat erotiche e masturbazione compulsiva. È stato devastante,tutto il mondo in attimo mi è crollato addosso e non tanto per questa forma di dipendenza ma perché lui più e più volte davanti alle mie richieste (rifiutate) di intimità sistematicamente venivo tacciata per “bambina” perché l’amore non si quantifica nel numero di rapporti settimanali che ci sono nella coppia ma dal bene vero che si prova. Fin qui d’accordo se non fosse che venivo tenuta a debita distanza a volte per settimane fino a tre mesi facendo lui sentire me sbagliata,inadeguata al punto io stessa di iniziare ad avere dubbi su me stessa ma lo amavo e anche se con enorme difficoltà ho portato avanti questo rapporto. Ho provato in questi tre anni ogni sorta di dialogo, persino proposto una terapia di coppia un consulto psicologico ma niente. Nel frattempo ho iniziato a pensare di tutto diventanto gelosa e sospettosa e ovviamente questo ha peggiorato le cose al punto che il problema poi a suo dire di lui ero io e non più la mancanza assoluta di attenzioni, carezze e sesso. Scopro qualche settimana questa sua dipendenza e rimango scioccata al punto di lasciarlo dalla sera alla mattina . Provo poi a parlarci ma niente trovo solo un muro da parte sua e nessun accenno ad eventuali responsabilità sue ma niente anzi accuse a me alla mia gelosia insensata. Ma come si fa a non diventare gelose quando lui teneva il Viagra nel portafogli e con me non aveva praticamente rapporti? Quando vedevo la presenza nei suoi social si sedicenti signorine tutto fare …io ero la pazza insomma. Con chi sono stata io in questi anni dottoressa perché io non lo so più davvero e continuo a chiedermelo ogni giorno, ho fatto bene a lasciare o sarei dovuta rimanere lì accanto? . Sto malissimo al punto di dubitare di me stessa della mia normalità. Grazie per una sua eventuale risposta e complimenti per il suo blog. Se non avessi letto qui non avrei mai scoperto questa verità. Un abbraccio
Un abbraccio grande a lei!
Se ha bisogno di una consulenza mi chiami pure.
Lieta di esserle stata d’aiuto, in un modo o in un altro.