Terapie sessuologiche, le cure dell’amore

terapie sessuologiche

Anche la coppia si ammala. I sintomi sono chiari e inequivocabili, e sono uguali per tutti. Mancano le parole e con esse i baci. Mancano i sensi e la cura. Manca l’intimità e manca la sessualità. Ma è vero anche il contrario. La sessualità si ammala per le più svariate motivazioni e, di conseguenza, si ammala anche la coppia. Nel profondo, dal profondo.
La prima fase sarà una fase di caos, di disorientamento, di caccia alle streghe e di vagabondaggi online. Dopo, quando i sintomi sessuali iniziano a urlare in silenzio, la coppia inizia a cercare il clinico per una risoluzione e per una possibile terapia sessuale.
Quando una coppia si ammala si rivolge al sessuologo clinico, il quale, dopo più d’un momento di ascolto empatico, non giudicante e attento, cerca di ritrovare il bandolo della matassa e di riportarlo al centro del percorso di cura.

Le terapie dell’amore

Le terapie dell’amore sono quelle cure alchiliche, mai improvvisate ma scientificamente supportate, che lavorano su psiche, soma e coppia.
La coppia è in crisi? il desiderio sessuale è sparito? manca il dialogo? l’orgasmo è diventato un lontano ricordo? il matrimonio rimane bianco? la sessualità è frettolosa? eccessivamente ritardataria? la secchezza vaginale ha preso il posto dei sospiri e delle alchimie d’amore?
Succede. E, con il tempo, succede ancor di più. Vediamo cosa poter fare.

Lo Psico-sessuologo prima del legale

La sessualità, esattamente come gli altri ambiti che riguardano la nostra salute, si ammala; e così come si ammala, si cura.
Le terapie sessuologiche sono quelle terapie, svolte dai sessuologi clinici, che curano le disfunzioni sessuali, patologie psico-fisiche che impediscono ai partner di poter accedere alla sfera del piacere e della sessualità.
Queste terapie – dette terapie dell’amore –  prendendo in carico la coppia in tutta la sua complessità, e il suo carico di sofferenza, di silenzi parlanti e di parole mute.
Investigano e lavorano sulla comunicazione di coppia, sull’affettività, su tutta la vita emotiva della coppia. Dentro e fuori dal letto.
Ogni coppia è molto di più della semplice somma delle sue parti: è data da quell’intreccio di due inconsci, due immaginari, due stili educativi, due memorie corporee diverse. Del piacere e del dolore.
Senza mai dimenticare le paure, i traumi, le ansie e i bisogni più intimi e profondi, spesso malcelati, o rimossi.
Quando appare all’orizzonte una disfunzione sessuale, maschile o femminile, sine causa organica, diventa una sorta di messaggero su quello che in quella coppia non funziona più, o inizia a scricchiolare passando dal corpo.

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Qualche nota sulle disfunzioni sessuali

Quando si parla di sessualità, maschile o femminile, dobbiamo analizzare tre fasi della risposta sessuale:

  1. la fase del desiderio
  2. la fase dell’eccitazione
  3. la fase dell’orgasmo

Tutte, o una sola delle tre fasi, può essere disfunzionale e necessitare di cure sessuologiche adeguate. Prima di approdare a queste consapevolezze scientifiche la sessuologia ha attraversato varie teorie e vari studiosi.
Siamo partiti dal modello quadrifasico della risposta sessuale di Masters e Johnson, che nel 1967, parlavano di modello quadrifasico o modello lineare:

1 – fase dell’eccitazione: nell’uomo, questa fase, è caratterizzata  dall’erezione del pene, dall’ingrossamento della pelle dello scroto, e dall’ingrossamento dei testicoli.
Nella donna da lubrificazione vaginale, erezione del glande del clitoride, turgore delle piccole labbra e delle grandi labbra. Innalzamento dell’utero, modificazione delle pareti vaginali, inturgidimento dei capezzoli.

2 – fase del plateau

3 – fase dell’orgasmo: nell’uomo avviene la chiusura dello sfintere della vescica, le contrazioni ritmiche dei condotti seminali e dell’uretra che portano all’eiaculazione.
Nella donna abbiamo le contrazioni della terza parte esterna della vagina, contrazione dell’utero, possibile contrazione della muscolatura perineale.

4 – fase della risoluzione, detta fase post-orgasmica in cui rientrano alcune modificazioni corporee.
In una fase successiva siamo approdati al modello trifasico della risposta sessuale, stilato dalla Kaplan.
La Kaplan si accorse che la fase del desiderio sessuale era stata esclusa dagli studi e dalla risposta sessuale, e che era del tutto impensabile parlare di sessualità senza parlare di desiderio. Dopo la Kaplan, Basson, altro studioso della sessualità umana, parlò del modello a cascata.
Basson introdusse  una vera innovazione nella sessualità, parlando per la prima volta di desiderio responsivo. Con uno sguardo attento e complice alla sessualità femminile. Il desiderio responsivo è, essenzialmente, il desiderio attivo della donna. La donna non soltanto aderisce alle richieste maschili, ma prende l’iniziativa perché mossa dal desiderio sessuale.

Basson studiò anche le fluttuazioni della risposta sessuale femminile in funzione delle modificazioni ormonali, relazionali, emozionali e psichiche.
Recentemente, Basson et al. (2005) hanno elaborato un ulteriore modello detto modello circolare, correlato esclusivamente alla sessualità femminile.
Se rappresentassimo su un grafico, con ascisse e ordinate, il percorso dell’eccitazione femminile, messo a confronto con quella maschile, ci renderemo conto che questi due grafici non avrebbero quasi nulla in comune.
Quello maschile avrebbe la forma di un vulcano, con un rapido passaggio dalla fase del desiderio a quella dell’eccitazione e conseguente periodo refrattario.
Quello femminile ha, invece, la forma di una curva di Gauss, dove il tempo indispensabile  per arrivare a un buon livello di eccitazione è sicuramente maggiore di quello che necessita a un uomo per arrivare allo stesso punto.

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Quando manca il desiderio sessuale, quando manca l’eccitazione, quando manca l’orgasmo

Uno dei motivi più frequenti per cui una coppia richiede una terapia sessuale è la mancanza del desiderio sessuale, o la sua marcata deflessione.
I disturbi della fase del desiderio sono caratterizzate dal desiderio sessuale ipoattivo e dall’avversione sessuale, rispettivamente una mancanza di desiderio sessuale e un atteggiamento fobico nei confronti della sessualità (Il vaginismo e l’angoscia da vagina dentata sono caratterizzati da un nucleo fobico importante).
I disturbi della fase eccitatatoria compromettono la lubrificazione vaginale femminile e la capacità erettiva maschile, possono essere causa o conseguenza dei disturbi del desiderio sessuale.
L’iter terapeutico cambia a seconda della diagnosi clinica, e non è mai uguale per tutti.
I disturbi della fase orgasmica, invece, comprendono l’anorgasmia coitale: la mancanza d’orgasmo femminile durante il rapporto sessuale coitale, l’eiaculazione precoce o ritardata nell’uomo.
A questi si aggiungono il vaginismo, impossibilità di penetrazione, e la dispaurenia, o dolore sessuale che si manifesta durante il rapporto.
La dispareunia femminile non va confusa con la vulvodinia, disturbo che si manifesta anche in assenza di rapporti sessuali.

Cosa fare, chi rivolgersi, come risolvere

Il paziente o la coppia vengono presi per mano. Ascoltati, accuditi, tranquillizzati. Si cerca di dare un nome e un volto al loro disagio sesusologico e si tenta, con scrupolosità e garbo, di inquadrare al meglio la problematica per stabilire una cura adeguata e definitiva.
In una fase iniziale – rispettando le ansie e le paure del paziente che si rivolge a noi – il paziente, uomo o donna che sia, viene inviato a un ginecologo o a un uro-andrologo per poter fugare eventuali dubbi diagnostici e possibili cause organiche, unitamente si effettua una scrupolosa diagnosi psico-sessuologica, individuale o di coppia.
La cura, solitamente, a diagnosi clinica effettuata consiste un approccio terapeutico integrato. Terapia psico-sessuale e farmaco terapia, ove necessita.
Un approccio terapeutico integrato è sempre di fondamentale importanza quando si parla di disfunzioni sessuali, in quanto l’obiettivo non è soltanto la risoluzione del sintomo ma la comprensione delle sottili dinamiche psichiche e relazionali che fanno da cornice e da palcoscenico alla comparsa della disfunzione.
La terapia sessuologia non comprende soltanto l’aspetto ginnico relativo alla sessualità, ma, soprattutto, esplora e modifica le dinamiche disfunzionali in cui si muove la coppia.
Quando una coppia ha conflitti latenti e problemi relazionali importanti, questi tendono a far emergere resistenze e sabotaggi alla terapia sessuologica.
La chiave del successo di una terapia sessuologica sta nel trattare con scrupolosa perizia le manifestazioni più profonde, le ansie e le resistenze psicologiche che le modifiche sessuali comportano.

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Conclusioni

Il paziente che si rivolge a noi lo fa come se fossimo l’ultima spiaggia terapeutica. Ha già consultato il dr. Google, tanti medici, si è curato da solo in perfetta autogestione pur di non analizzare il sottobosco psichico che muove le fila della sua sessualità disfunzionale.
La tendenza è quella di trovare una pillola per tutti. Una, o più d’una, per l’erezione. Una per il desiderio.Viagra Blu, e anche Viagra Rosa. E così via.
Non è ancora stata inventata – direi per fortuna – la pillola in grado di accendere il desiderio e di far resuscitare l’amore estinto.
Il piacere è sempre sentinella di vita, la sua mancanza è il primo campanello d’allarme per imminenti sciagure relazionali e sessuali.
La sessuologia è la pratica della parola e dell’ascolto empatico, competente e professionale. Obbliga a decenni di studi e di attività clinica, e a un approccio poliedrico che tenga conto delle emozioni e dell’amore provato, compromesso o estinto.
La restituzione del funzionamento degli organi (l’erezione nell’uomo, la lubrificazione vaginale nella donna) può essere ottenuta attraverso la corretta prescrizione di farmaci, il resto riguarda lo scrupoloso lavoro del sessuologo clinico. La sessuologia, con le sue terapie dell’amore lavora su quell’alchimia di pelle e di sensi.
Ove è ancora possibile, migliora le condizioni relazionali e psichiche affinché il desiderio sessuale possa nuovamente tornare ad abitare in quella e unica coppia.
Chiedere aiuto a un clinico per una sessualità che non risponde più ad antichi desideri, quelli più profondi, equivale a dare spazio e tempo alla vita intima, con buone possibilità di risanare e vivificare il talamo sopito, annoiato e sofferente.

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