Durante la mia pratica clinica quotidiana, mi capita spesso di custodire dolorose confessioni di donne che ad un certo punto della loro vita, si ritrovano coinvolte in un amore omosessuale.
Mi chiedono quale possa essere la motivazione di questo “giro di boa” dell’affettività/intimità, cosa può essere accaduto nella loro vita psichica e relazionale che le abbia spinte tra le braccia di una donna e soprattutto perché?
I figli del femminicidio: vittime e orfani
Il femminicidio è in crescente aumento e continua a mietere vittime tra le donne; questo rende necessaria una riflessione sui “figli” del femminicidio e cioè “i bambini”, protagonisti passivi e silenti di un delitto terribile.
I protagonisti di questi delitti sono tre: lo stalker, la donna uccisa ed i loro figli.
Le cronache non ne parlano, perché spesso si tratta di minorenni pertanto la stampa focalizza la sua attenzione sulla donna uccisa e sul suo carnefice, trascurando quindi, la stretta associazione tra “donna e madre”.
I bambini subiscono passivamente dinamiche di possesso, uccisioni, solitudine e molto spesso dopo la tragedia si ritrovano senza la propria mamma e senza il proprio padre, la prima uccisa ed il secondo in carcere a scontare la pena, come se questa potesse rendere giustizia ad un torto o potesse riempire un vuoto oramai incolmabile.
L’amore affamato: la dipendenza d’amore
Questo articolo nasce a seguito delle costanti richieste di consulenze ricevute su Medicitalia durante gli ultimi mesi, riguardanti le pene d’amore e le sue cure.
Amori conflittuali, collerici e dipendenti, si alternano a coppie asimmetriche formate da partners spesso irrisolti sul piano psichico che tentano di trovare la cura dei malanni dell’anima, nella coppia e nell’amore.
Se lui stira, niente sesso
Dall’uomo con la clava di atavica memoria, siamo passati alle “coppie a doppia carriera”, con una paritetica ripartizione di ruoli e di fatiche domestiche.
Donne acrobate che oscillano tra casa, lavoro e figli da accudire, sono sempre più richiedenti e meno accondiscendenti, così il partner odierno tende ad assecondare le richieste di “mutuo soccorso” della donna.
Sembra però che l’estrema “uguaglianza” tenda però a compromettere il desiderio sessuale.
Femminicidio: sottomesse e innamorate
Molte donne, vivono sottomesse ed oscillanti tra botte, ricatti psicologici e lividi dell’anima…, poi basta poco, come per esempio una carezza e tutto sembra ritornare alla normalità.
Queste donne soffrono di dipendenza “affettiva”, una pericolosa droga d’amore, che le rende incapaci di odiare e di ribellarsi ai loro carnefici, diventando possibili protagoniste del femminicidio e dello stalking.
L’ONU ha definito il femminicidio e gli abusi sulle donne come un “fenomeno endemico di proporzioni globali”, capace di inquinare le relazioni quotidiane, familiari ed ovviamente affettive.
Il novembre dell’anima, il dicembre del desiderio: la depressione
Sex in progress. Com’è cambiata la sessualità
Con questo articolo, vorrei effettuare un escursus storico relativo alle modificazioni epocali, che hanno sicuramente influenzato prima e cambiato dopo, la vita emozionale e sessuale degli italiani.
Gli ultimi anni infatti, sono stati caratterizzati da importanti cambiamenti socio-culturali e sessuali, come ad esempio le modificazioni relative al ruolo femminile, l’immissione in mercato della pillola contraccettiva, fino ad arrivare alla pillola blu ed alla pillola rosa.
Coppia e sensi: coppia istituzione e coppia desiderante
Uomini e preservativo, un rapporto difficile
Da sempre imputato di colpe immani, di defezioni sessuali, di essere il maggiore responsabile dell’ansia da prestazione, il preservativo, sembra essere il protagonista assoluto di un rapporto difficile tra uomini e protezione.
Il profilattico, soprattutto nell’immaginario giovanile, viene accusato di recare meno sensibilità e di compromettere l’erezione, rendendola vulnerabile ed incerta.
Il preservativo inoltre, viene visto e vissuto, come una vera “barriera” durante l’intimità, a causa del materiale con cui è fatto, che è ben altro dalla pelle, ma soprattutto perché il doverlo indossare, interrompe dal punto di vista temporale l’intimità, spesso compromettendola.